Data inizio
14 Apr 2020
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Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Foods, gli agricoltori convenzionali attualmente stanno usando una quantità doppia di glifosato rispetto alla fine degli anni '90, quando le colture GM sono diventate popolari, soprattutto perché le erbacce hanno sviluppato nel tempo una sempre maggiore resistenza a questo diserbante. Di conseguenza, aumentano anche i residui di glifosato nel tessuto vegetale delle colture. La nuova ricerca suggerisce che questi residui possono essere dannosi per gli animali che mangiano le colture contaminate. L'ingegneria genetica, proibita nella produzione biologica, consente a colture come mais e soia di tollerare erbicidi come il glifosato, erbicidi che normalmente ucciderebbero il raccolto quando irrorati. I semi di soia geneticamente modificati e tolleranti il glifosato (GT) ora dominano la produzione globale di soia, che viene utilizzata principalmente per l'alimentazione del bestiame.

Lo studio mostra che la quantità di glifosato che viene irrorata nella produzione commerciale è molto più elevata della quantità che è stata utilizzata nelle prove sperimentali sul campo attraverso le quali è stata determinata la soglia di sicurezza del glifosato. Pertanto, la concentrazione di residui rilevati nelle sperimentazioni sul campo è molto più bassa di quella che è stata trovata nelle aziende reali negli Stati Uniti e nei due maggiori paesi al mondo produttori di soia, Brasile e Argentina. In particolare, i residui provenienti dai paesi sudamericani erano fino a 78 volte superiori a quelli riportati dalle prove sul campo delle società produttrici dell'erbicida e oltre il doppio del limite di residui imposto dall'Unione europea. Il limite degli Stati Uniti è due volte più elevato rispetto a quello dell'UE, e anche così i campioni provenienti dall'Argentina hanno superato la tolleranza degli Usa ai residui. Si tratta dunque di una scoperta fondamentale, perché le valutazioni del rischio del glifosato richiedono solo i dati provenienti da prove sul campo aziendali. La sicurezza del glifosato viene quindi sopravvalutata.

Lo studio ha anche verificato se la concentrazione di residui trovata nella soia proveniente dalle aziende reali potesse influire sulla salute degli animali che la mangiano. I ricercatori hanno esaminato gli studi che hanno confrontato la salute e la sopravvivenza degli invertebrati acquatici alimentati con soia GT rispetto alla soia biologica certificata e hanno scoperto che gli animali che mangiavano alimenti biologici avevano un tasso di sopravvivenza più elevato e una riproduzione più rapida. Quando agli invertebrati venivano somministrate dosi più elevate di soia GT, il loro tasso di sopravvivenza e le dimensioni del corpo erano ridotti, e impiegavano più tempo a raggiungere la maturità sessuale. Gli organismi testati sono più piccoli degli esseri umani, ma i significativi effetti riscontrati sulla salute suggeriscono che dovrebbero essere condotti più test di sicurezza con concentrazioni che si ritrovano nelle aziende reali invece delle concentrazioni molto più basse che sono riportate dall'industria. Lo studio mostra altresì che il consumo di semi di soia biologici può aiutare ad evitare i rischi associati al glifosato, il cui uso è proibito nella produzione biologica.

Lo studio può essere scaricato QUI

Fonte: The Organic Center