Data inizio
02 Mag 2017
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In questi giorni è stata pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Journal of Plant Disease and Protection (DOI 10.1007/s41348-017-0096-6), la ricerca finanziata dal MIPAAF (BBB ID12) e coordinata dal Prof. Giorgio M. Balestra, che ha vista la collaborazione tra il Dip. di Scienze Agrarie e Forestali (DAFNE) dell'Università dellaTuscia ed il Dip. di Scienze della Vita e Biotecnologie (SVeB) dell'Università di Ferrara (Titolo: "Microparticles containing gallic and ellagic acids for the biological control of bacterial diseases of kiwifruit plants" - Autori: Antonio Rossetti, Angelo Mazzaglia, Massimo Muganu, Marco Paolocci, Maddalena Sguizzato, Elisabetta Esposito, Rita Cortesi, Giorgio Mariano Balestra).
Si tratta di un corposo studio che dal laboratorio, alla serra e quindi in pieno campo, dimostra come sia possibile, mediante l'impiego di sostanze di origine vegetale, controllare efficacemente i differenti batteri fitopatogeni agenti che, in diverso modo ed incidenza, sono fonte di notevole preoccupazione in Italia con in tutte le aree del mondo dove si coltivano piante di Actindia spp..
Da diversi decenni, la coltivazione dell'actinidia per la produzione dei frutti di kiwi, in Italia come in molte altre parti del mondo, ha acquisito un'importanza sempre più crescente ma al tempo stesso, alcune patologie di natura batterica ne minacciano sempre più la sua coltivazione. La più pericolosa è senz'altro il cancro batterico causato da Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Pss) Takikawa et al., anche noto come Psa, il quale causa danni a tutti gli organi vegetativi.
Danni rilevanti anche in associazione a ritorni tardivi di freddo, come è il caso della presenta annata, sono associati ad altre 2 popolazioni batteriche fitopatogene, Pseudomonas syringae pv. syringae (Pv) van Hall agente della necrosi fiorale e Pseudomonas viridiflava (Burkholder) Dowson agente causale della maculatura batterica su foglie e danni agli organi fiorali.
Mentre in Italia la prevenzione fitoiatrica da questi patogeni si basa sull'impiego costante e tempestivo di sali di rame, ed impiegando in fioritura un agente di controllo biologico (B. a. subsp. plantarum ceppo D747), in altre parti extra EU, dove consentito, s'impiegano anche antibiotici con gravi ripercussioni ambientali e lo sviluppo di popolazioni batteriche antibiotico-resistenti. In questo studio è stata invece investigata la capacità di attività e d'impiego dell'acido gallico e dell'acido ellagico, sostanze naturali facilmente ottenibili da molti tessuti vegetali e con elevate proprietà antimicrobiche, per utilizzarle nel controllo biologico delle malattie batteriche a carico delle piante di Actinidia spp..
Questi principi attivi (p.a.) di origine naturale hanno dimostrato la loro efficacia come sostanze pure prima in vitro (in lab) e, successivamente, in vivo (in serra, e quindi in impianti di actinidia in pieno campo naturalmente affetti da Pss, Pv e Psa).
I p.a. di origine vegetale impiegati hanno dimostrato di ridurre notevolmente le differenti popolazioni batteriche sulle piante di actinidia, come i loro danni a carico delle stesse, sia mediante contaminazioni artificiali, sia impiegandoli in impianti di actinidia affetti naturalmente da Pss, Pv e da Psa.
In associazione all'attività intrinseca dei p.a. di origine naturale impiegati, gli stessi sono risultati particolarmente efficaci in quanto impiegati mediante micro-formulazioni con un loro micro-incapsulamento che ha evitato qualsiasi loro tipo di alterazione (fisico-chimica) ed al tempo stesso ha permesso un rilascio controllato dei p.a. con un'attività di protezione di tutti gli organi vegetativi delle piante di actinidia in piano campo, per due settimane dalla loro distribuzione.
In aggiunta, nello stesso studio è stata studiata anche l'attività di queste formulazioni biologiche sia sullo sviluppo delle piante di actinidia come sulle loro produzioni finali (frutti di kiwi). Tutti i parametri analizzati hanno dimostrato come queste micro-formulazioni biologiche non influenzano in alcun modo lo sviluppo delle piante come la maturazione dei frutti di kiwi (nelle tesi trattate con i micro-incapsulati è stato riscontrato un contenuto di clorofilla maggiore nelle foglie, ed i frutti di kiwi, a parità di dimensioni e grado Brix, hanno evidenziato una maggior livello di durezza, e sono sempre collocati tra quelli di maggior valore commerciale).
I risultati ottenuti in questo studio rappresentano un significativo contributo della ricerca italiana per ottenere formulazioni fitoiatriche in gradi di contrastare con successo pericolosi microrganismi come quelli a carico di actinidia mediante un approccio del tutto ecosostenibile/biologico.
La riduzione dell'impiego dei sali di rame per la difesa delle coltivazioni ortofrutticole è un processo dettato dall'UE con cui bisogna confrontarsi sempre più; da gennaio 2018 ulteriori riduzioni di Cu++ saranno imposte per legge e pertanto è doveroso trovare valide alternative.
Il presente studio suggerisce come l'ac. gallico e l'ac. ellagico, quando formulati insieme in microformulazioni, possono essere impiegati con successo in strategie di difesa sostenibile/biologica nei confronti di problematiche fitopatologiche come quelle oggi riguardanti l'actinidia.
I p.a. e la tecnologia applicata in questa ricerca risultano una base importante; quanto qui descritto può essere applicato per differenti patogeni/colture riducendo cosi sia l'impiego della chimica in differenti strategie fitoiatriche, sia i residui chimici a carico di numerose produzioni ortofrutticole.
Contestualmente al presente studio, come ulteriore sviluppo di strategie di difesa ecocompatibili/biologiche, sono in fase avanzata differenti ricerche volte allo sviluppo di nanoformulazioni biologiche per la difesa di differenti coltivazioni e produzioni ortofrutticole sia in campo, sia durante la fase di conservazione e di commercializzazione. Queste sono volte ad un'ulteriore riduzione dei p.a. (di origine naturale) impiegati, ad un loro ulteriore rilascio controllato nel tempo, ed in grado di penetrare nei frutti/piante e colpire per maniera mirata (e biologica) il patogeno considerato.

Per maggiori informazioni:
Prof. Giorgio M. Balestra
DAFNE (Department for Agriculture, Forestry, Nature and Energy)
University of Tuscia

Via S. Camillo de Lellis
01100 Viterbo
Tel.: (+39) 0761 357474
Cell.: (+39) 333 4246404
Fax: (+39) 0761 357473
Email: balestra@unitus.it
Web: www.unitus.it
Skype: giorba5618
Pagina personale: www.dafne.unitus.it/web/interna.asp?idPag=1118

 

Fonte: Freshplaza