Data inizio
30 Mag 2019
Agenda

Fare del biologico il modello agricolo del futuro è da sempre l’obiettivo che guida Cia-Agricoltori Italiani, attraverso la sua associazione Anabio. Al centro della scommessa, la consapevolezza di rappresentare un settore che è in grado di fronteggiare sfide altamente competitive come l’urgenza globale di una maggiore sostenibilità ambientale e sociale, ma anche capace allo stesso tempo di garantire la qualità delle produzioni, integrando innovazione tecnologica, digitale e infrastrutturale a tutela anche della distribuzione e della tracciabilità delle materie prime. In tale contesto, giocano un ruolo da protagoniste attive le aziende agricole biologiche alle quali, nuovi margini di incertezza, gravata in primo luogo dall’erosione del reddito, impongono di muoversi nella logica delle filiere produttive, che implicano, quindi, la necessità di unirsi e cooperare. Dal punto di vista legislativo, è stata la Misura 2 del “Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico” (approvato dal Mipaaft nel 2016), a prevedere dapprima, l’esigenza di una maggiore strutturazione delle filiere, anche per valorizzare il ruolo della produzione agricola italiana. A tal fine, si affermava nel dettaglio, proprio l’opportunità di mettere in campo iniziative per favorire aggregazione tra produttori e relazioni stabili con gli attori del comparto includendo trasformazione, distribuzione e commercio. Ciò reso possibile da specifiche forme associative interprofessionali come le Organizzazioni di Produttori (OP), che potessero contribuire, sempre nel rispetto del metodo biologico, anche all’incremento dei volumi sul mercato. Inoltre, nel quadro del Decreto generale sulle OP, la Misura 2 disponeva la verifica della fattibilità tecnica e delle modalità attuative, necessarie alla costituzione di OP e OI multiprodotto e il potenziamento della logistica nazionale in favore del settore biologico con il monitoraggio delle piattaforme e la valutazione delle carenze infrastrutturali. È ora in discussione al Senato, il Disegno di legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” che al Capo VI, “Disposizioni in Materia di Organizzazione della Produzione e del Mercato” chiama in causa diversi strumenti peculiari quali, appunto, le Organizzazioni interprofessionali nella filiera biologica (Art. 14), gli Accordi quadro (Art. 15) e le Intese di filiera per i prodotti biologici (dall’Art. 16). Sul fronte europeo, nella Pac post 2020 torna il focus sulle potenzialità delle OP di ultima generazione e in tutti i comparti produttivi, per il miglioramento delle imprese agricole in filiere, anche se, va detto, nei diversi Stati membri queste hanno trovato applicazione e anche dato risultati non omogenei, a causa della carenza di rappresentatività e/o della scarsa diffusione sul territorio. Infine, il ruolo delle OP è uscito rafforzato dal Regolamento OMNIBUS che consente deroga alle norme sulla concorrenza per tutte le OP riconosciute, oltre ad essere alla base dell’efficacia della recente Direttiva Ue contro pratiche commerciali sleali, per via dell’operatività delle stesse Organizzazioni di Prodotti e dei relativi rapporti contrattuali.

Come nuove forme di aggregazione e cooperazione tra aziende e in particolare le OP di nuova generazione, possano contribuire a migliorare l’organizzazione delle filiere biologiche è, dunque, la domanda cui vuole dare risposte il seminario “Le filiere biologiche: il ruolo delle Organizzazioni di Produttori” organizzato, in occasione dell’annuale Assemblea nazionale, da Anabio-Cia. Ciò promuovendo una puntuale riflessione tra imprenditori, mondo della ricerca e policy maker, per mettere a fuoco principali problematiche e individuare più adeguate soluzioni.

 

Il Programma

 

ROMA

ore 9.00 - Auditorium Giuseppe Avolio - Via Mariano Fortuny, 16