Data inizio
23 Set 2016
Rassegna stampa

Il Ministro dell’agricoltura Maurizio Martina vuol guardare oltre le urgenze, come la crisi del latte (“dal 2017 assieme alla Francia avremo l’etichetta di origine della materia prima”) e del grano, schiacciato da quotazioni da saldo: “Bayer e Monsanto si fondono, e la Cina sfida gli USA incentivando i suoi contadini con 100 miliardi di dollari di aiuti. L’agricoltura italiana non ha le dimensioni per combattere quella guerra né può ridursi sempre a ragionare a breve termine. Abbiamo bisogno di disegnare una nostra strategia anticipando i cambiamenti e non subendoli. E ciò si può fare puntando tutto su ecologia e rivoluzione digitale con un obiettivo chiaro: entro il 2030 la nostra agricoltura deve essere 100% sostenibile.” Secondo Martina, “la sostenibilità aumenta la competitività. I cittadini, sempre più consapevoli, domandano qualità e basso impatto ambientale. Il biologico è l’esempio. In Italia le superfici bio sono aumentate del  50% in 5 anni, i consumi del 20%. E sui prodotti coltivati così si guadagna in media il 10-15% in più. E’ il modo per valorizzare la nostra biodiversità coniugandola con la redditività.” Martina pensa che una rivoluzione in tal senso possa partire proprio dalle piccole aziende, e le invita ad aggregarsi, citando l’esempio dei produttori di mele del Trentino che, facendo rete, controllano il 70% del mercato nazionale e sono leader nel mondo. Importante poi il digitale: “Digitale ed ecologia accorciano la filiera e avvicinano in modo più trasparente chi lavora nei campi e chi compra dagli scaffali. Anche i trasformatori ci chiedono più aiuti per materie prime sostenibili e di qualità”.

 

La Repubblica, 23 settembre 2016