Data inizio
24 Lug 2023
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Data la loro maggiore attitudine alla crescita e alla deposizione i polli degli allevamenti intensivi, ibridi commerciali in grado di fornire il 67% della produzione di carne e il 55% di quella di uova, minacciano l’esistenza delle razze di polli autoctone italiane: solo quattro razze – Bionda Piemontese, Livorno, Padovana e Polverara – non sono a rischio di estinzione.

Il quadro, emerso da uno studio pubblicato recentemente su Frontiers che è corroborato dai dati del censimento nazionale per la valutazione dello stato di conservazione dei polli sul nostro territorio presentati durante l’ultimo meeting sullo stato di avanzamento dei lavori del progetto TuBAvI-2, tenutosi a San Giovanni Rotondo, un’azione sinergica nazionale che supera la frammentazione locale presente fino a oggi in questo specifico campo delle scienze zootecniche.

I ricercatori spiegano che «Come il suo predecessore TuBAvI, e in accordo con gli obiettivi del PSRN (Programma di Sviluppo Rurale Nazionale) il progetto vede le Università di Firenze – con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) – di Milano (capofila), Molise, Perugia, Pisa, Torino, Padova, oltre all’ANCI (Associazione Italiana Coniglicoltori), lavorare fianco a fianco per la tutela della biodiversità e del patrimonio avicolo italiano, importante serbatoio di biodiversità in uno scenario di cambiamento ambientale. Il sistema di allevamento delle razze locali, estensivo e quindi più sostenibile, è percepito infatti come più rispettoso del benessere animale e dell’ambiente rispetto all’allevamento industriale intensivo».

Per arrivare a «Un’adeguata conservazione genetica di polli e tacchini autoctoni, le cui scarse performance commerciali hanno reso la loro tutela di gran lunga inferiore rispetto a quella riservata ad altre specie zootecniche come bovini e ovini», il team di ricercatori coordinato da Silvia Cerolini ha costituito la prima Criobanca Italiana del Seme delle Razze Avicole Autoctone, un centro di stoccaggio di dosi di materiale seminale nelle 3 sedi individuate dell’università di Milano (Lodi), Università del Molise (Campobasso), Centro Genetico di ANCI (Volturara Appula, Foggia).

Per i ricercatori si tratta di «Un risultato importante che segue a una serie di attività quali la valutazione della variabilità genetica di ben 23 razze autoctone – che costituiscono la quasi totalità delle razze incluse nel Libro Genealogico delle Razze Avicole Autoctone – e per buona parte di esse, la loro caratterizzazione fenotipica».

Negli  allevamenti sperimentali del DAGRI fiorentino, attivi da quasi un secolo, da quando nel dopoguerra iniziarono a operare nella sede storica delle Cascine ospitando razze autoctone, i ricercatori, dopo aver selezionato i riproduttori e averli suddivisi in famiglie per razza e livrea, hanno predisposto l’allevamento a terra per valutarne le capacità di adattamento all’ambiente esterno e della resistenza a patogeni utilizzando come marker le variazioni del microbiota intestinale a variazioni ambientali. Nel 2022 è stato quindi avviato un programma di selezione della progenie coinvolgendo anche alcuni allevatori sul territorio Italiano con l’obiettivo di valorizzare le razze e imbastire piani d’accoppiamento congiunti.

Fonte: GreenReport