Data inizio
06 Giu 2019
Rassegna stampa

Un interessante e lungo articolo a firma di Marga Lopez, pubblicato dal magazine on line  “E-Comercio Agrario”, fa il punto sul biologico in Spagna. La Spagna occupa il primo posto in Europa in termini di superficie dedicata alla produzione biologica, con oltre 2.082.000 ettari nel 2017, secondo l'ultimo rapporto del Ministero dell'Agricoltura, della pesca e dell'alimentazione, e  il quarto a livello mondiale dietro Australia, Argentina e Cina. L’aumento della superficie negli ultimi 10 anni è stato pari a circa il 110% (988.323 ettari nel 2007), e gli anticipi del 2018 resi pubblici dal Ministero in aprile indicano un ulteriore aumento della superficie del 5%, del 6% degli operatori e dell’11% delle industrie di trasformazione. Ma è una tendenza destinata a consolidarsi, si chiede la giornalista?  Seguono alcuni dettagli sulle produzioni bio: dei 2.082.000 ha censiti nel 2017, il 52,13% corrisponde a superfici a pascolo, seguite da colture permanenti con il 25,38% (che includono essenzialmente frutta) e seminativi con il 22,49%.  All'interno di quest'ultimo gruppo, i prodotti orticoli rappresentano il 4,9%, con poco più di 20.500 ettari, mentre nelle colture permanenti la superficie coltivata ad agrumi occupa il posto più rilevante, 12.087 ha. (2,29%). Nel complesso, in Spagna la superficie dedicata a frutta e verdura si estende per 43.464 ha, e la Spagna è seconda, dopo l’Italia, per produzione di agrumi bio.  

La spesa pro capite di prodotti biologici in Spagna è di 42,2 euro per abitante all'anno, una cifra molto più alta di 10 anni fa (6 euro pro capite).

Così come la superficie, cresce anche la produzione. Il rapporto del Ministero stima per il 2017 un volume di 577.500 tonnellate di frutta e verdure fresche.  Per quanto riguarda il numero di operatori, invece, ha raggiunto quota  43.984, di cui 37.712 sono produttori agricoli e 1.523 distributori. Come è successo con la superficie, anche il numero di operatori è aumentato considerevolmente negli ultimi 10 anni (+107%).

Il mercato estero è quello che sostiene il settore ecologico in Spagna: ortaggi e patate rappresentano il 25% del totale delle esportazioni bio, la frutta il 14%. L’export è diretto soprattutto  verso l'Unione Europea (in particolare Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Svezia e Paesi Bassi) e, in misura minore, verso Stati Uniti, Messico, Cina, Corea del Sud e Australia.

A livello di consumo, invece, la Spagna non si pone all’altezza di altri paesi europei: la spesa pro-capite di prodotti bio è di 42,2 € per abitante l'anno, una cifra molto più alta di 10 anni fa (6 €/pro capite), tuttavia ancora lontana dai dati di paesi come la Svizzera (274 € /p), la Danimarca (227 € /p) e la Svezia (197 € /p). Il consumatore bio spagnolo è un consumatore giovane, più preoccupato per la salute e con una maggiore consapevolezza sociale e ambientale. Il 75% degli acquisti viene effettuato in punti vendita non specializzati (super e ipermercati).

Altro spazio nell’articolo è dedicato a quanto stanno facendo produttori e operatori del mercato per fidelizzare i consumatori, e le conclusioni sono che si è di fronte a un nuovo modello di business: se alcuni anni fa la salubrità di questi prodotti era la ragione principale della loro produzione e consumo, oggi lo sono la sostenibilità e il rispetto per l'ambiente. Tuttavia, sostiene infine la giornalista, i prodotti biologici non sono migliori dal punto di vista nutrizionale rispetto ai prodotti convenzionali, né sono più buoni. Si tratta semplicemente di una produzione e di un marketing diversi, in cui determinati aspetti incontrano le priorità più  importanti per la società di oggi. Da parte sua il consumatore ora pretende di più, chiede maggiore e migliore disponibilità, maggiori informazioni e soprattutto valori che questa filosofia di produzione estende anche alla distribuzione e al modo in cui il prodotto viene presentato.

L’articolo completo si può scaricare QUI

Fonte: E-Comercio Agrario

Luogo
Spagna
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