Nota n. 12968 del 6 giugno 2012
Uso di resine a scambio ionico in agricoltura biologica.
Uso di resine a scambio ionico in agricoltura biologica.
Chiarimenti sul termine “vino” di cui all’art. 27.1 del reg. (CE) n. 889/2008 e dell’art. 8.1.4 del DM n. 18354/2009.
Il vino biologico nasce il 1° agosto 2012 con l’entrata in vigore del regolamento (UE) n. 203/2012. Per essere definito tale deve essere prodotto con uve biologiche, coltivate senza sostanze chimiche di sintesi, senza impiego di Ogm, e attraverso un processo di vinificazione in linea con i dettami del regolamento. L’emanazione del regolamento del 2012 è stato solo l’ultimo atto di un lungo percorso: infatti, è del 1991 il reg. n. 2092 che prevedeva solo la categoria ‘vino da uve biologiche’ e non ‘vino biologico’.
Wine Monitor Nomisma torna a presentare i numeri sul vino biologico in Italia. I dati relativi a superfici, export e consumi sono in netta crescita, e prospettano un trend in ascesa. Il tutto ad un anno e mezzo dall’entrata in vigore del regolamento europeo sul vino biologico.
In Italia, nel 2012 si sono raggiunti i 57mila ettari vitati bio (+8,6% rispetto al 2011 e +81% rispetto al 2003), corrispondenti all’8% delle superfici a vigneto. In Europa l’Italia è al terzo posto dopo Spagna (81 mila ettari, +394% rispetto al 2003) e Francia (65 mila ettari, +299%).
Aumentano le superfici, aumentano le produzioni egli acquisti. Tanto che il vino biologico segna un incremento del 4% delle vendite nella Gdo contro una flessione del 6,5% del vino tradizionale. Negli ultimi dieci anni in Italia l’estensione dei vigneti biologici è aumentata dell’81% e oggi oltre l’8% degli ettari vitati è biologico mentre la media nazionale è ferma al 4%. L’Italia è al terzo posto in Europa con poco più di 57mila ettari vitati bio, superata solo dalla Spagna (81mila ettari, +394% rispetto al 2003) e Francia (65mila ettari, +299%).
Segni di ripresa nei primi dieci mesi del 2014, dopo un 2013 da dimenticare. Da una ricerca dell’Iri che verrà presentata al Vinitaly sulle vendite di vino nei supermercati, nel 2013 gli italiani hanno acquistato la metà delle bottiglie rispetto al 2012. I consumi si sono orientati verso vini biologici, da tavola e a marchio del supermercato. Nel 2013 la grande distribuzione organizzata ha venduto 517 milioni di litri di vino confezionato, per un valore di 1 miliardo e mezzo di euro.
Quella per i vini bio, passati in pochi anni da ristretta nicchia di mercato a prodotti di tendenza, è una mania che sembra proprio “sull’orlo” di scoppiare: l’82% degli eno-appassionati ha aumentato i consumi di vino biologico nei soli ultimi 3 anni, nel calo generale del consumo enoico che non si arresta. L’identikit del “bio-addicted”? Stappa una bottiglia a settimana, per acquistarla spende in media sui 15 euro, la compra direttamente dal produttore e la sceglie perché rispetta l’ambiente.
Lo rileva la ricerca dell’Iri per Vinitaly: nel 2013, -6,5% nelle vendite. Adesso i clienti cercano il giusto binomio qualità-prezzo. E cresce l’interesse per il vino biologico.
Un appuntamento imperdibile e per veri appassionati quello che la Barone Pizzini, la prima azienda a convertirsi all'agricoltura biologica in Franciacorta, offrirà ai visitatori che sabato prossimo, 8 marzo, varcheranno le porte della sua cantina a Provaglio d'Iseo.
Internazionalizzazione, buyer, export, bio e formazione: sono queste le parole chiave del 48° Vinitaly, in programma dal 6 al 9 aprile a Veronafiere insieme a Sol&Agrifood ed Enolitech. Il più grande salone mondiale dedicato al vino e ai distillati si conferma il punto di riferimento più dinamico e qualificato per la promozione commerciale e culturale di questi prodotti sui mercati globali.