- Linea B/1- Progettazione, messa a punto e sperimentazione di moduli aziendali dimostrativi per la produzione di compost

Coordinatore
Ente finanziatore
Regione Puglia
Data inizio
01/01/2002
Data fine
31/12/2005

 

L’obiettivo della ricerca era di mettere a punto tecniche di compostaggio aziendale per la valorizzazionedelle matrici organiche di origine agricola ed agroindustriale finalizzatoall’ottenimento di un compost di qualità per un pronto utilizzo in agricolturabiologica e definizione di ottimali tempi di processo.

Il protocollo sperimentale, applicato nelle due aziende individuate e coinvoltenel programma, ha previsto lo svolgimento di processi di compostaggio in sistemiestensivi aperti in cumuli rivoltati a ventilazione naturale. Le tesi aconfronto hanno riguardato sostanzialmente due processi di compostaggiopartendo da matrici organiche simili, per un periodo di 120 giorni e per uno di 60 per due cicli di prove.

I primi dati ottenuti dalle analisi chimico-fisiche mostrano un maggiore livello di maturità strutturale dei compost ottenuti dopo 120 gg. di processo. Inoltre, i compost a 60 gg mostrano una consistenza più grossolana, evidenza che i residui non sono stati totalmente degradati e che quindi le biomasse ottenute non sono del tutto mature.
Inoltre, è possibile notare che le variazioni volumetriche, indice della diminuzione delle biomasse in termini di volume a seguito delle perdite diacqua e del grado di affinamento raggiunto dalla biomassa nel corso delprocesso di compostaggio sono comprese tra il 32 ed il 44% circa, con lievi differenze tra i diversi cumuli ottenuti durate i due cicli di prove, comunquemaggiori nel caso dei processi di più lunga durata e tra i due cicli.
I compost così ottenuti hanno mostrato interessanti capacità fertilizzanti come si evince dalle buone produzioni nonostante l’andamento stagionale moltosiccitoso.
Per quanto concerne i tempi ottimali di processo le indicazioni delle provedimostrano che i compost che hanno subito un processo di 120 giorni hannocaratteristiche fisiche migliori che permettono un loro più facile spandimentoin campo ma non ci sono sostanziali differenze rispetto alle capacità fertilizzanti così come non ci sono grosse differenze derivanti dalle diversematrici utilizzate.
Concludendo, da questi due anni di prove è emerso che, utilizzando delle matrici aziendali molto ricche in scarti zootecnici, non risultano grandidifferenze nelle caratteristiche chimiche dei prodotti ottenuti con tempi diprocesso diversi. Le uniche differenze emerse sono riconducibili a diverse caratteristiche fisiche. Infatti il compost ottenuto dopo 120 gg di processo è più facilmente lavorabile e, dunque, più facilmente applicabile al terreno inmodo omogeneo, riducendo sensibilmente i tempi necessari per lo spargimento.Tali conclusioni sono suffragate dai dati agronomici che non rilevanodifferenze significative in termini di produzione riconducibili alla diversatipologia di compost utilizzato ferma restando la ottima capacità fertilizzantedei prodotti ottenuti che hanno aumentato la produzione rispetto al testimonenon ammendato di circa il 18%.

 

 

L’obiettivo della ricerca era di mettere a punto tecniche di compostaggio aziendale per la valorizzazione delle matrici organiche di origine agricola ed agroindustriale finalizzato all’ottenimento di un compost di qualità per un pronto utilizzo in agricolturabiologica e definizione di ottimali tempi di processo.
Il protocollo sperimentale, applicato nelle due aziende individuate e coinvolte nel programma, ha previsto lo svolgimento di processi di compostaggio in sistemi estensivi aperti in cumuli rivoltati a ventilazione naturale. Le tesi a confronto hanno riguardato sostanzialmente due processi di compostaggio partendo da matrici organiche simili, per un periodo di 120 giorni e per uno di 60 per due cicli di prove.

I primi dati ottenuti dalle analisi chimico-fisiche mostrano un maggiore livello di maturità strutturale dei compost ottenuti dopo 120 gg. di processo. Inoltre, i compost a 60 gg mostrano una consistenza più grossolana, evidenza che i residui non sono stati totalmente degradati e che quindi le biomasse ottenute non sono del tutto mature.
Inoltre, è possibile notare che le variazioni volumetriche, indice della diminuzione delle biomasse in termini di volume a seguito delle perdite diacqua e del grado di affinamento raggiunto dalla biomassa nel corso delprocesso di compostaggio sono comprese tra il 32 ed il 44% circa, con lievi differenze tra i diversi cumuli ottenuti durante i due cicli di prove, comunque maggiori nel caso dei processi di più lunga durata e tra i due cicli.
I compost così ottenuti hanno mostrato interessanti capacità fertilizzanti come si evince dalle buone produzioni nonostante l’andamento stagionale molto siccitoso. Per quanto concerne i tempi ottimali di processo le indicazioni delle prove dimostrano che i compost che hanno subito un processo di 120 giorni hanno caratteristiche fisiche migliori che permettono un loro più facile spandimento in campo ma non ci sono sostanziali differenze rispetto alle capacità fertilizzanti così come non ci sono grosse differenze derivanti dalle diverse matrici utilizzate.
Concludendo, da questi due anni di prove è emerso che, utilizzando delle matrici aziendali molto ricche in scarti zootecnici, non risultano grandi differenze nelle caratteristiche chimiche dei prodotti ottenuti con tempi diprocesso diversi. Le uniche differenze emerse sono riconducibili a diverse caratteristiche fisiche. Infatti il compost ottenuto dopo 120 gg di processo è più facilmente lavorabile e, dunque, più facilmente applicabile al terreno inmodo omogeneo, riducendo sensibilmente i tempi necessari per lo spargimento.Tali conclusioni sono suffragate dai dati agronomici che non rilevano differenze significative in termini di produzione riconducibili alla diversa tipologia di compost utilizzato ferma restando la ottima capacità fertilizzantedei prodotti ottenuti che hanno aumentato la produzione rispetto al testimone non ammendato di circa il 18%.

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