Ente finanziatore
Regione Lazio
Data inizio
01/01/2010
Data fine
31/12/2012

La conversione di un’azienda convenzionale a metodi di agricoltura organica è una fase di investimento tecnico ed economico molto delicata e importante, in quanto con essa si costruiscono i

 

presupposti per produrre correttamente e convenientemente alimenti sani e di qualità per chi li

 

consuma, per chi li produce e per l’ambiente da cui provengono.

 

Si investe, insomma, su un modello di qualità globale che, per le sue caratteristiche, rivendica il

 

ruolo di modello agricolo sostenibile e il conseguente riconoscimento del contributo diretto e indiretto che l’agricoltura organica dà alla sostenibilità.

 

La precisazione su cosa si intende per conversione, è necessaria per ribadire che dal punto di vista

 

tecnico agronomico, questa fase ha tempi molto diversi dal periodo di conversione assegnato dall’organismo di controllo per la certificazione del prodotto, poiché i metodi di agricoltura biologica e biodinamica, si basano sulla fertilità del suolo e, in generale, sul mantenimento dell’ecosistema aziendale in equilibrio. Elementi questi che condizionano in modo prevalente, tempi e modi della conversione, che pur basandosi su principi chiari, possono richiedere interventi e soluzioni diversificate e dare risultati diversi in tempi diversi, soprattutto quando si parte da condizioni di fertilità, organizzazione aziendale, possibilità operative e conoscenza del metodo, non omogenee.

 

Realizzare modelli sperimentali è quindi importante per verificare soluzioni e tecniche da presentare e riproporre sul territorio, per leggerne praticabilità, benefici e criticità, per poi mettere a punto linee guida di indirizzo per la conversione non più solo aziendale ma di intere aree.

 

Obiettivo del progetto è di acquisire nuove conoscenze sul funzionamento di sistemi produttivi

 

costituiti da colture erbacee e orticole di pieno campo allevate secondo i principi dell'agricoltura

 

organica, in particolare studiando la fase di conversione, al fine di ottimizzarne la gestione tecnico-economica per fornire informazioni utili:

 

·         agli agricoltori, per migliorare il processo produttivo, ottenere prodotti vegetali di qualità nel rispetto degli equilibri dell'agro-ecosistema;

 

·         ai consumatori, per valutare compiutamente la qualità dei prodotti vegetali da agricoltura biologica (qualità nutrizionale, qualità organolettica, contenuto in composti potenzialmente dannosi per la salute);

 

·         ai decisori responsabili delle scelte in materia di politica agraria e ambientale, per formulare un giudizio sulla validità tecnico-agronomica, economica ed ambientale di sistemi produttivi vegetali, condotti in biologico e biodinamico, il loro impatto sulla qualità alimentare e il benessere.

 

La conversione di un’azienda convenzionale a metodi di agricoltura organica è una fase di investimento tecnico ed economico molto delicata e importante, in quanto con essa si costruiscono i presupposti per produrre correttamente e convenientemente alimenti sani e di qualità per chi li consuma, per chi li produce e per l’ambiente da cui provengono.
Si investe, insomma, su un modello di qualità globale che, per le sue caratteristiche, rivendica il
ruolo di modello agricolo sostenibile e il conseguente riconoscimento del contributo diretto e indiretto che l’agricoltura organica dà alla sostenibilità.
La precisazione su cosa si intende per conversione, è necessaria per ribadire che dal punto di vista
tecnico agronomico, questa fase ha tempi molto diversi dal periodo di conversione assegnato dall’organismo di controllo per la certificazione del prodotto, poiché i metodi di agricoltura biologica e biodinamica, si basano sulla fertilità del suolo e, in generale, sul mantenimento dell’ecosistema aziendale in equilibrio. Elementi questi che condizionano in modo prevalente, tempi e modi della conversione, che pur basandosi su principi chiari, possono richiedere interventi e soluzioni diversificate e dare risultati diversi in tempi diversi, soprattutto quando si parte da condizioni di fertilità, organizzazione aziendale, possibilità operative e conoscenza del metodo, non omogenee.
Realizzare modelli sperimentali è quindi importante per verificare soluzioni e tecniche da presentare e riproporre sul territorio, per leggerne praticabilità, benefici e criticità, per poi mettere a punto linee guida di indirizzo per la conversione non più solo aziendale ma di intere aree.
Obiettivo del progetto è di acquisire nuove conoscenze sul funzionamento di sistemi produttivi
costituiti da colture erbacee e orticole di pieno campo allevate secondo i principi dell'agricoltura
organica, in particolare studiando la fase di conversione, al fine di ottimizzarne la gestione tecnico-economica per fornire informazioni utili:
•       agli agricoltori, per migliorare il processo produttivo, ottenere prodotti vegetali di qualità nel rispetto degli equilibri dell'agro-ecosistema;
 
•      ai consumatori, per valutare compiutamente la qualità dei prodotti vegetali da agricoltura biologica (qualità nutrizionale, qualità organolettica, contenuto in composti potenzialmente dannosi per la salute);
 
•       ai decisori responsabili delle scelte in materia di politica agraria e ambientale, per formulare un giudizio sulla validità tecnico-agronomica, economica ed ambientale di sistemi produttivi vegetali, condotti in biologico e biodinamico, il loro impatto sulla qualità alimentare e il benessere.
 
Il progetto si prefigge l'obiettivo di definire schemi di conversione all'agricoltura biologica e biodinamica idonei alle aziende convenzinoali e biologiche del Lazio, da validare attraverso la loro applicazione in almeno due aziende agricole campione, una convenzionale e una biologica.
I parametri di valutazione per la validazione degli schemi di conversione sono compresi nei seguenti tre temi centrali:
a) fertilità del suolo;
b) qualità delle produzioni ottenute
c) analisi economica.

Nel progetto “Valutazione di schemi di conversione all’agricoltura biologica e biodinamica in aziende tipo della Regione Lazio” l’INRAN si occupa della determinazione di indici della qualità nutrizionale e della sicurezza di pomodoro ed insalate provenienti da aziende della Regione Lazio selezionate dall’ARSIAL, seguendone i cambiamenti nel corso del processo di conversione da convenzionale a biologico o da biologico a biodinamico lungo un periodo di tempo di almeno 3 anni.
 
Le aziende coinvolte sono:
 
- Azienda Stillgfried Rattoniz : conversione da convenzionale a biologico;
 
- Azienda Agricoltura Nuova : conversione da biologico a biodinamico.
 
Da un’azienda in regime convenzionale posta nei pressi di quella in conversione al biologico (Stillgfried Rattoniz) sono stati prelevati campioni di pomodoro della stessa varietà da utilizzare come confronto nello studio della qualità nutrizionale.
 
Al momento, i risultati disponibili sono relativi al primo anno della conversione.
 
 
 
Pomodoro: conversione da convenzionale a biologico
 
I campioni di pomodoro della cultivar CXD271bio sono stati analizzati per i seguenti parametri: umidità, acidità titolabile, ceneri, solidi solubili, colore, consistenza, composizione in acidi organici, carotenoidi e acidi fenolici, contenuto di fenoli totali, capacità antiossidante e contenuto in alcuni minerali.
 
I campioni di pomodoro dal campo in conversione mostravano un contenuto di umidità superiore rispetto ai convenzionali e valori inferiori di acidità titolabile e solidi solubili. Nessuna differenza è invece emersa per la consistenza. Per quanto riguarda gli acidi organici, sono stati identificati e quantificati l’acido citrico, il principale, l’acido malico e l’acido ascorbico. I pomodori convenzionali avevano una concentrazione più elevata di acido malico, mentre per gli altri non sono emerse differenze sostanziali.
 
I pomodori dal campo in conversione e da quello convenzionale avevano lo stesso contenuto di licopene, il carotenoide principale presente nel pomodoro, e di β-carotene.
 
Il contenuto di fenoli totali era più alto nei pomodori convenzionali che mostravano anche valori più alti di capacità antiossidante.
 
Gli acidi fenolici identificati e quantificati sono stati il clorogenico, il ferulico, il caffeico e il p-cumarico. Tra tutti, l’acido clorogenico era il più rappresentativo e nei campioni dal campo in conversione la sua concentrazione è risultato quasi il doppio di quella nei pomodori convenzionali. Questi ultimi, invece, avevano un contenuto maggiore di acido caffeico e p-cumarico.
 
Il contenuto di ceneri è risultato più alto nei campioni convenzionali che mostravano anche una maggiore concentrazione di di potassio, magnesio e calcio rispetto a quelli dell’azienda in conversione.
 
Pomodoro: conversione da biologico a biodinamico
 
I campioni di pomodoro in questo caso erano: un campione biologico e due biodinamici (uno ottenuto con l’impiego di preparati e l’altro senza).
 
I campioni in conversione a biodinamico senza preparati avevano un contenuto di umidità maggiore degli altri due, mentre l’acidità titolabile era più alta in quelli con l’uso di preparati che avevano anche una consistenza maggiore.
 
I pomodori dai campi in conversione a biodinamico erano più ricchi di acido ascorbico e di licopene, in particolare quelli dal campo in cui non sono stati usati preparati. Nessuna differenza è emersa per la capacità antiossidante, anche se i pomodori in conversione a biodinamico senza preparati avevano un contenuto maggiore di fenoli totali. Questi ultimi erano anche più ricchi di acido clorogenico.
 
Tra i campioni non sono risultate differenze sul contenuto in ceneri e di minerali, con la sola eccezione del calcio il cui contenuto è risultato più elevato nei campioni biodinamici senza preparati.
 
Insalate: conversione da biologico a biodinamico
 
In questo studio sono state analizzate due varietà di insalata: Lattuga romana e Foglia di Quercia. Anche qui i campioni erano uno da campo biologico e due da quelli in conversione a biodinamico (con e senza preparati).
 
Per entrambe le varietà di insalata i campioni biodinamici senza preparati mostravano valori più elevati di umidità ma più bassi di solidi solubili e acidità titolabile. La lattuga biologica aveva una maggiore concentrazione di fenoli totali, mentre il campione biodinamico con preparati risultava quello con la capacità antiossidante più elevata. La foglia di quercia biologica e biodinamica con preparati era più ricca di fenoli totali.
 
Nella lattuga romana biologica era presente una maggiore concentrazione di nitrati che nei campioni dai campi in conversione a biodinamico con a senza l’uso dei preparati. Al contrario, nella foglia di quercia il campione biologico aveva una concentrazione più bassa di nitrati che erano maggiormente presente nel campione biodinamico con preparati.
 
Nella lattuga biodinamica erano presenti concentrazioni maggiori di minerali rispetto al campione biologico. La tendenza era inversa nella foglia di quercia, per la quale il campione biologico e biodinamico senza preparati erano più ricchi di minerali.
 

 

Il progetto si prefigge l'obiettivo di definire schemi di conversione all'agricoltura biologica e biodinamica idonei alle aziende convenzinoali e biologiche del Lazio, da validare attraverso la loro applicazione in almeno due aziende agricole campione, una convenzionale e una biologica.

I parametri di valutazione per la validazione degli schemi di conversione sono compresi nei seguenti tre temi centrali:

a) fertilità del suolo;

b) qualità delle produzioni ottenute

c) analisi economica.

Nel progetto “Valutazione di schemi di conversione all’agricoltura biologica e biodinamica in aziende tipo della Regione Lazio” l’INRAN si occupa della determinazione di indici della qualità nutrizionale e della sicurezza di pomodoro ed insalate provenienti da aziende della Regione Lazio selezionate dall’ARSIAL, seguendone i cambiamenti nel corso del processo di conversione da convenzionale a biologico o da biologico a biodinamico lungo un periodo di tempo di almeno 3 anni.

 

Le aziende coinvolte sono:

 

- Azienda Stillgfried Rattoniz : conversione da convenzionale a biologico;

 

- Azienda Agricoltura Nuova : conversione da biologico a biodinamico.

 

Da un’azienda in regime convenzionale posta nei pressi di quella in conversione al biologico (Stillgfried Rattoniz) sono stati prelevati campioni di pomodoro della stessa varietà da utilizzare come confronto nello studio della qualità nutrizionale.

 

Al momento, i risultati disponibili sono relativi al primo anno della conversione.

 

 

 

Pomodoro: conversione da convenzionale a biologico

 

I campioni di pomodoro della cultivar CXD271bio sono stati analizzati per i seguenti parametri: umidità, acidità titolabile, ceneri, solidi solubili, colore, consistenza, composizione in acidi organici, carotenoidi e acidi fenolici, contenuto di fenoli totali, capacità antiossidante e contenuto in alcuni minerali.

 

I campioni di pomodoro dal campo in conversione mostravano un contenuto di umidità superiore rispetto ai convenzionali e valori inferiori di acidità titolabile e solidi solubili. Nessuna differenza è invece emersa per la consistenza. Per quanto riguarda gli acidi organici, sono stati identificati e quantificati l’acido citrico, il principale, l’acido malico e l’acido ascorbico. I pomodori convenzionali avevano una concentrazione più elevata di acido malico, mentre per gli altri non sono emerse differenze sostanziali.

 

I pomodori dal campo in conversione e da quello convenzionale avevano lo stesso contenuto di licopene, il carotenoide principale presente nel pomodoro, e di β-carotene.

 

Il contenuto di fenoli totali era più alto nei pomodori convenzionali che mostravano anche valori più alti di capacità antiossidante.

 

Gli acidi fenolici identificati e quantificati sono stati il clorogenico, il ferulico, il caffeico e il p-cumarico. Tra tutti, l’acido clorogenico era il più rappresentativo e nei campioni dal campo in conversione la sua concentrazione è risultato quasi il doppio di quella nei pomodori convenzionali. Questi ultimi, invece, avevano un contenuto maggiore di acido caffeico e p-cumarico.

 

Il contenuto di ceneri è risultato più alto nei campioni convenzionali che mostravano anche una maggiore concentrazione di di potassio, magnesio e calcio rispetto a quelli dell’azienda in conversione.

 

Pomodoro: conversione da biologico a biodinamico

 

I campioni di pomodoro in questo caso erano: un campione biologico e due biodinamici (uno ottenuto con l’impiego di preparati e l’altro senza).

 

I campioni in conversione a biodinamico senza preparati avevano un contenuto di umidità maggiore degli altri due, mentre l’acidità titolabile era più alta in quelli con l’uso di preparati che avevano anche una consistenza maggiore.

 

I pomodori dai campi in conversione a biodinamico erano più ricchi di acido ascorbico e di licopene, in particolare quelli dal campo in cui non sono stati usati preparati. Nessuna differenza è emersa per la capacità antiossidante, anche se i pomodori in conversione a biodinamico senza preparati avevano un contenuto maggiore di fenoli totali. Questi ultimi erano anche più ricchi di acido clorogenico.

 

Tra i campioni non sono risultate differenze sul contenuto in ceneri e di minerali, con la sola eccezione del calcio il cui contenuto è risultato più elevato nei campioni biodinamici senza preparati.

 

Insalate: conversione da biologico a biodinamico

 

In questo studio sono state analizzate due varietà di insalata: Lattuga romana e Foglia di Quercia. Anche qui i campioni erano uno da campo biologico e due da quelli in conversione a biodinamico (con e senza preparati).

 

Per entrambe le varietà di insalata i campioni biodinamici senza preparati mostravano valori più elevati di umidità ma più bassi di solidi solubili e acidità titolabile. La lattuga biologica aveva una maggiore concentrazione di fenoli totali, mentre il campione biodinamico con preparati risultava quello con la capacità antiossidante più elevata. La foglia di quercia biologica e biodinamica con preparati era più ricca di fenoli totali.

 

Nella lattuga romana biologica era presente una maggiore concentrazione di nitrati che nei campioni dai campi in conversione a biodinamico con a senza l’uso dei preparati. Al contrario, nella foglia di quercia il campione biologico aveva una concentrazione più bassa di nitrati che erano maggiormente presente nel campione biodinamico con preparati.

 

Nella lattuga biodinamica erano presenti concentrazioni maggiori di minerali rispetto al campione biologico. La tendenza era inversa nella foglia di quercia, per la quale il campione biologico e biodinamico senza preparati erano più ricchi di minerali.