GDO, sfida all’ultimo cliente tra supermercati e specializzati, di Rosa Maria Bertino

<div style="text-align: justify;">Nel
2004 secondo l’Istituto di ricerca Iri, le vendite a valore di prodotti
biologici confezionati in iper e supermercati sono cresciute solo del
3,6 per biologici. Nel 2004 secondo l’Istituto di ricerca Iri, le
vendite a valore di prodotti biologici confezionati in iper e
supermercati sono cresciute solo del 3,6 per cento, rispetto al +13,6
del 2003, al +38,7 per cento del 2002 ed al +100 per cento del 2001.
L’incidenza del biologico sul totale delle vendite Food &amp; Beverage
si è invece confermata pari all’1,4%. È inevitabile che il biologico
resti penalizzato in un mercato che guarda principalmente al prezzo:
fattore che di per sé rappresenta il tallone d’Achille dei prodotti
biologici. Nessuno è disposto a pagare di più, specialmente in un
momento di congiuntura difficile, per un prodotto di cui non ha ben
chiaro il valore o di cui non avverte i benefici diretti e indiretti. E
qui si misura il vuoto di informazione, di comunicazione e di sostegno
politico-istituzionale. In Germania sono stati aperti 40 nuovi
biosupermercati nel 2004 e otto nei primi tre mesi del 2005, attirando
nuovi consumatori e minacciando direttamente la quota di vendite bio
dei supermercati convenzionali. La reazione non si è fatta attendere:
la grande catena internazionale Rewe, presente anche in Italia con le
insegne Standa e Billa, ha aperto in aprile a Düsseldorf il primo
supermercato interamente biologico, facendo un salto di specie: dal
biologico nel convenzionale al biologico specializzato.<br></div><i>Fonte di informazione:</i> «Agricoltura», n. 7-8, luglio – agosto, pp. 84-85