L’articolo prende in considerazione 40 anni di osservazioni e di ricerche condotte dal Rodale Institute della Pennsylvania che hanno dimostrato un fatto: la pari o addirittura maggiore produttività dell’agricoltura biologica associata a maggiori vantaggi economici, agronomici e ambientali rispetto all’agricoltura intensiva convenzionale.
nelle primissime righe del report pubblicato da Farming Systems Trial (FST), il progetto inaugurato nel 1981 e portato avanti dal Rodale Institute della Pennsylvania si legge che “I dati scientifici emersi da questa ricerca stabiliscono che la gestione biologica dell’agricoltura porta maggiori benefici agli agricoltori e pone solide basi per la progettazione e il perfezionamento di sistemi agricoli in grado di migliorare la salute delle persone e del pianeta”. In questi quarant’anni sono stati applicate pratiche reali e rigorose analisi scientifiche per documentare i differenti impatti dell’agricoltura biologica e di quella convenzionale.
Il progetto è lo studio più significativo mai realizzato finora sull’agricoltura biologica ed è stato condotto letteralmente sul campo: per 40 anni sono stati osservati 5 ettari di terreno divisi in 72 appezzamenti coltivati prevalentemente a cereali e soia poiché, ci dice l’FST, più del 70% dei terreni agricoli statunitensi sono dedicati alla loro produzione. Sono stati applicati e studiati 3 sistemi agricoli fondamentali:
- Sistema intensivo convenzionale basato su input chimici: azoto sintetico come fertilizzante ed erbicidi chimici;
- Sistema biologico basato sui legumi, noti fertilizzanti naturali in grado di fissare l’azoto nel terreno, e la rotazione delle colture, usata come metodo antiparassitario;
- Sistema biologico basato sul letame come fertilizzante, colture di copertura di leguminose, e rotazione delle colture.
Il risultato è chiaro: “I sistemi di agricoltura biologica eguagliano o superano la produzione convenzionale in termini di resa offrendo al contempo una serie di vantaggi agronomici, economici e ambientali per gli agricoltori, i consumatori e la società”.
E’ possibile leggere gli ulteriori dettagli dello studio scaricando QUI l’articolo .
Fonte: Ultimavoce.it