Tradizionale appuntamento di luglio (quest’anno sul lago di Bracciano) per presentare i dati del settore biologico italiano nel 2023 contenuti nell’ultima edizione del report “Bio in cifre”, redatto da Ismea e dal CIHEAM-Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari.
Il Rapporto indica che il biologico italiano è cresciuto ancora a 2,46 milioni di ha (+4,5% rispetto al 2022, pari a 106 mila ettari in più), nel contesto di un anno importante per l’attuazione della nuova PAC, il cui Piano Strategico Nazionale (PSP 2023-2027) destina all’intervento di sviluppo rurale dedicato all’adozione ed al mantenimento di pratiche e metodi di produzione biologica un budget complessivo di oltre 2,2 miliardi di euro, corrispondenti al 48% di tutti gli interventi agro-climatico ambientali. L’incremento della Sau, che ha riguardato principalmente le regioni centrali e settentrionali, fa sì che la superficie bio italiana rappresenti circa un quinto di quella complessiva (19,8%), rendendo così più vicino il target del 25%, da raggiungere entro il 2030, fissato dalla Commissione europea nel contesto della strategia Farm to fork (target già raggiunto da 6 regioni italiane).
E’ aumentato di poco però (+1,8% a 94.441 unità, rispetto al 7,7% del 2022) il numero totale di operatori, segnale non troppo incoraggiante, ma il fenomeno di crescita ha riguardato soprattutto le 84.000 aziende agricole (l’89% del totale degli operatori biologici) e, tra queste, in particolare la componente dei produttori/preparatori, a conferma della tendenza a introdurre in azienda l’attività di prima trasformazione per trattenere una quota maggiore di valore aggiunto. Dal punto di vista delle superfici dominano i seminativi (42,1%) seguiti da prati e pascoli (29,7%), colture permanenti (22,8%) e ortaggi (2,5%).
Spostandoci sul fronte dei consumi domestici di prodotti biologici, relativi al solo canale della Gdo, questi hanno toccato i 3,8 miliardi di euro, registrando un incremento del 5,2% sul 2022 (è il tasso di crescita più sostenuto degli ultimi anni), seppure a fronte di volumi invariati. Il confronto con la dinamica generale degli acquisti di prodotti alimentari, cresciuti dell’8,1% in valore, ma scesi dell’1,1% in quantità, evidenzia la minore spinta inflattiva del reparto biologico rispetto alla dinamica osservata per il carrello convenzionale.
Oltre alla presentazione di questi dati, l’intervento della dirigente dell’ufficio del Masaf per il biologico, Stefania Mastromarino, è stato volto ad illustrare i primi progressi del Piano d’Azione Nazionale per il settore 2024-2027, avviato da pochi mesi: si sta ad esempio lavorando per realizzare il Marchio del biologico italiano, sono partite le prime attività relative alla comunicazione e promozione del settore, è migliorata la diffusione del consumo bio (mense biologiche) nelle scuole, si sono stanziati 10 milioni di euro per progetti di promozione e sviluppo dei distretti biologici, questi ultimi richiamati, anche con le loro problematiche, da un intervento della presidente Barbara Giorgi del Biodistretto dei laghi di Bracciano e Martignano.
Dopo un saluto in video del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che si è fatto garante del sostegno del MASAF agli agricoltori che hanno deciso di certificarsi al biologico, ed ha evidenziato come siano stati concretizzati numerosi provvedimenti per promuovere la crescita del settore, è stata la volta del presidente di Ismea, Livio Proietti, il quale ha evidenziato come “il settore debba adesso recuperare appeal agli occhi dei consumatori, disorientati dai tanti prodotti che si fregiano di messaggi allusivi alla salute e alla sostenibilità ma che, a differenza del biologico, non sono sottoposti a rigidi controlli e a rigorose regole di produzione”. La parola è poi passata, dopo un focus sullo Sviluppo Rurale nel Lazio a sostegno del settore bio (Guido Bronchini), ai rappresentanti delle Associazioni e delle organizzazioni professionali del settore: Giuseppe Romano Presidente AIAB, Nicoletta Maffini Presidente AssoBio, Riccardo Cozzo Presidente Ass.o.cert.bio, Mariagrazia Mammuccini Presidente Federbio, Francesco Torriani presidente del settore bio dell’ Alleanza Cooperative Agroalimentari Italiane, Fabio Chessa Responsabile biologico CIA Anabio, Ignazio Cirronis Presidente Copagri – Anaprobio, Francesco Giardina Direttore di Coldiretti Bio, Silvia Piconcelli Responsabile agricoltura biologica Confagricoltura.
A chiusura dell’evento, le conclusioni di Luigi D’Eramo, sottosegretario all’Agricoltura, il quale ha sottolineato come i dati presentati forniscano un’ulteriore conferma della consolidata leadership dell’Italia a livello europeo. “L’Italia del biologico continua a crescere, sia per superfici sia per numero di operatori” – ha detto D’Eramo. “Nel 2024 la crescita potrà essere ancora più sostenuta grazie ai molteplici interventi che abbiamo messo in campo in questi mesi per il settore. Dal via libera al Piano d’azione nazionale ai provvedimenti a sostegno dei biodistretti e delle filiere bio al piano per le sementi bio, al Fondo per le mense scolastiche bio fino agli investimenti su innovazione e ricerca. Questo modello di agricoltura può essere protagonista di un progetto di sviluppo virtuoso di molte aree, specie quelle interne e di montagna, coniugando sostenibilità, valorizzazione dei prodotti tipici e dei territori, sicurezza alimentare e salute, garantite da regole e controlli. Rimane centrale la questione dei consumi interni, dal loro rilancio dipende il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che ci siamo posti come Paese. Lavoriamo per ridurre la burocrazia, sostenere la filiera e realizzare quanto prima il Marchio del biologico italiano. Un marchio che dovrà essere riconoscibile dal grande pubblico e in grado di raccontare la qualità e la tradizione delle produzioni Made in Italy. Unito a una corretta informazione e comunicazione, potrà dare nuovo slancio al settore per continuare così anche in futuro ad essere un modello di riferimento”, ha concluso D’Eramo.
Fonte: SINAB