Data inizio
07 Lug 2021
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Il Copa e la Cogeca, le associazioni degli agricoltori e delle cooperative agricole dell'Unione europea hanno accolto favorevolmente lo scorso marzo i principi generali proposti dalla Commissione europea nel suo piano d'azione per l'agricoltura biologica. Per poter raggiungere l'obiettivo del 25% dei terreni coltivati secondo i principi dell'agricoltura biologica, occorrerà discutere più nel dettaglio di un orientamento chiaro e di opzioni concrete per gli agricoltori. Il Copa e la Cogeca hanno pubblicato un documento di posizione (si può scaricare QUI)  sui tre assi della strategia, condividendo il proprio punto di vista sulle prossime tappe.

Nel corso dell'ultimo decennio l'agricoltura biologica ha registrato una crescita costante (62% in dieci anni), passando da 8,5 milioni di ettari nel 2010 a 13,8 milioni di ettari nel 2019. Nel contempo, i consumatori dell'UE hanno dimostrato un crescente interesse nei confronti di questo metodo di produzione. Eppure, i terreni agricoli europei destinati all'agricoltura biologica rappresentano attualmente l'8,5% e sono distanti dall'ambizioso obiettivo del 25% presentato all'interno della strategia "Dal produttore al consumatore". Anche se l'obiettivo da raggiungere nei prossimi nove anni è molto ambizioso, ci sono vari modi per migliorare la quota di agricoltura biologica in un sistema che deve restare orientato al mercato, in linea con la proposta della Commissione.

Il piano d'azione si concentra giustamente su come stimolare la domanda e garantire la fiducia dei consumatori. Per il Copa e la Cogeca la promozione dell'agricoltura biologica e del suo logo Ue saranno una parte importante della strategia e ritengono che il settore del biologico andrebbe sostenuto dalla politica di promozione, in una certa misura anche al di là della propria quota di mercato. Tuttavia, se si vuole davvero garantire una crescita sana del settore, occorrerà fare in modo che lo sviluppo del mercato europeo non subisca il forte impatto di una concorrenza in aumento da parte di prodotti non-UE, mentre la PAC dovrebbe concentrare i propri aiuti sul processo di transizione.

Per quanto riguarda l'allevamento, uno dei più grossi ostacoli alla transizione resta lo scarso approvvigionamento di mangimi biologici europei. Nel 2019, le importazioni di panelli sono aumentate del 13% (386.000 tonnellate), mentre le importazioni di panelli di soia sono aumentate del 16,5% nello stesso anno (357.000 tonnellate rispetto al totale dei panelli). L'80% di tutti i panelli biologici importati nell'UE proviene dalla Cina. C'è una chiara e forte necessità di aumentare la produzione di mangimi proteici biologici europei se vogliamo sostenere la conversione del settore zootecnico convenzionale al biologico. La disponibilità di mangimi proteici biologici non va affrontata solo in termini di quantità, ma anche di qualità. Incrementare la produzione di mangimi proteici biologici di alta qualità per ridurre la dipendenza dell'UE dalle importazioni extracomunitarie di proteine biologiche offrirà delleopportunità interessanti. Gli agricoltori biologici europei e le loro cooperative devono poter contare sullo strumentario giusto per proteggere le colture e i raccolti dai cambiamenti nell'ambiente. Per raggiungere il |25% di terreni coltivati biologicamente, sarà necessario incrementare ricerca e innovazione e avere un dialogo serio sia in materia di sementi che di protezione delle piante.

Il Copa e la Cogeca si concentrano anche sulla sfida dello sviluppo dell'acquacoltura biologica. Le massicce importazioni di prodotti ittici provenienti da paesi non-UE, le complicate pratiche di gestione e la mancanza di mezzi di produzione adeguati richiederanno ai legislatori di fornire un chiaro sostegno ai piscicoltori biologici europei.

Fonte: Copa-Cogeca