Data inizio
04 Lug 2022
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Per fare il punto della situazione a quattro mesi dall’inizio della guerra, si è svolta una conferenza internazionale organizzata dall'Ufficio ucraino per la promozione dell'imprenditorialità e delle esportazioni, dall'ente di certificazione Organic Standard e dalla piattaforma ucraina Organic Initiative, con il supporto dei programmi svizzero-ucraini "Commercio a più alto valore aggiunto dal settore biologico e lattiero-caseario in Ucraina" (QFTP) e "Organic Trade 4 Development in Eastern Europe" (OT4D), progetti attuati da FiBL, IFOAM - Organics International e Helvetas.

L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia non solo ha sconvolto il Paese e i suoi numerosi alleati in tutto il mondo, ma ha anche innescato una serie di perturbazioni economiche su larga scala. Essendo l'Ucraina un importante esportatore di prodotti alimentari sia convenzionali che biologici, molti partner commerciali si sono preoccupati di sapere se i propri fornitori ucraini siano in grado di rispettare i contratti di esportazione. La conferenza, online, ha riunito rappresentanti del governo, esperti di certificazione, esportatori e importatori, che hanno analizzato storie di successo e sfide per le esportazioni biologiche dall'Ucraina.

La campagna di semina 2022 è stata completata al 99%.

Secondo Liudmyla Khomichak del Ministero ucraino della Politica Agraria e dell'Alimentazione, il 30% dei terreni certificati per il biologico in Ucraina è attualmente occupato o minato. Tuttavia, ha annunciato che la campagna di semina 2022 è stata completata per il 99%. Pertanto, l'Ucraina dovrebbe essere in grado di mantenere gli elevati livelli di produzione di colture chiave come cereali, legumi e semi oleosi. Anastasiia Bilych, di Arnika Organic, un'azienda che produce soia, girasoli, mais e altre colture biologiche su oltre 15.000 ettari nella regione di Poltova, ha condiviso la sua esperienza: "All'inizio della guerra abbiamo lottato molto per la mancanza di sementi, carburante e pezzi di ricambio. Ma siamo orgogliosi di dire che siamo riusciti a terminare la nostra stagione di semina".

La Liluck Ltd., invece, produttrice di linfa di betulla biologica, è stata meno fortunata: la raccolta della linfa di betulla avviene solo una volta all'anno, a marzo e aprile, quando la guerra era appena iniziata. Pertanto, l'azienda è riuscita a raccogliere solo la metà di quanto previsto inizialmente. L’azienda soffre tra l’altro la mancanza di bottiglie di vetro, dato che alcuni importanti impianti di produzione di vetro nell'Ucraina orientale sono stati occupati o chiusi. 

Logistica: l'Ucraina pensa fuori dagli schemi

Mentre sul fronte della produzione l'Ucraina sta ottenendo comunque buoni risultati, la logistica rimane una sfida importante. Secondo Sergiy Galashevskiy, direttore generale dell'ente di certificazione Organic Standard, prima della guerra il 70% delle esportazioni biologiche dei suoi operatori certificati (che producono circa un terzo delle esportazioni biologiche ucraine) veniva trasportato su camion. Dall'inizio della guerra, i ponti distrutti e la mancanza di carburante e di autisti hanno causato enormi colli di bottiglia logistici. Nel frattempo, solo il 45% delle esportazioni viene trasportato su camion, mentre il trasporto su ferrovia e navi fluviali è aumentato del 35%. Poiché tutti i porti marittimi ucraini sono bloccati dall'esercito russo, è diventato quasi impossibile esportare grandi quantità di merci.

Si scoprono però nuove rotte di esportazione. Per esempio, i produttori consegnano i loro prodotti via camion e treni a Costanza, in Romania, a Danzica, in Polonia e a Klaipeda, in Lituania, da dove possono essere ulteriormente esportati via mare. Anche il porto fluviale di Reni è diventato un grande sito di trasferimento. Qui c’è un impianto biologico certificato, Danube Prom Agro LLC, con una capacità di stoccaggio di circa 10.000 tonnellate. Da lì in poi, le merci vengono trasportate attraverso il Danubio direttamente in Austria e Germania.  Sono poi attivi alcuni schemi di esportazione attraverso la Polonia, che erano stati già pensati nel 2014, a seguito dell’invasione della Crimea.  

Costi di trasporto elevati, ritardi enormi

Sebbene gli sforzi logistici per l'esportazione di merci dall'Ucraina siano ammirevoli, hanno un prezzo elevato. "Dall'inizio della guerra, i prezzi dei nostri camion diretti in Svizzera e Germania sono raddoppiati", ha riferito Anastasiia Bilych di Arnika Organic. Allo stesso tempo, la sua azienda ha ancora migliaia di tonnellate di prodotti biologici in magazzino in attesa di essere spediti. "Anche se si paga tre volte di più per il trasporto, questo non risolve il problema della carenza di trasporto", ha confermato Oleg Makasak, rappresentante per gli acquisti e le vendite di FMM Europe B.V. I costi stanno salendo alle stelle, fino al 40%, mentre i tempi di consegna si allungano sempre di più.

Sfide crescenti per garantire l'integrità del biologico

Già prima dell'invasione russa, il 31 dicembre 2021, l'Ucraina era stata rimossa dall'elenco dei Paesi ad alto rischio per le importazioni biologiche nell'Unione europea. A metà della conferenza è giunta la notizia che all'Ucraina è stato concesso lo status di Paese candidato all'Ue, cosa che - in caso di successo - faciliterebbe notevolmente le importazioni future. Nonostante tutti gli sforzi compiuti per sostenere le attività di esportazione dell'Ucraina, Jochen Neuendorff dell'ente di certificazione tedesco GfRS ha consigliato prudenza: "È necessario adottare misure precauzionali contro la contaminazione e la commistione con i prodotti convenzionali. Soprattutto con l'aumento delle merci trasportate su rotaia, il rischio di contaminazione è elevato", ha avvertito.

Un problema importante è che per le merci convenzionali, sono stati autorizzati pesticidi come il bromuro o il fosfuro per aumentare la durata di conservazione del prodotto, lasciando residui nelle strutture di stoccaggio, nei terminali e nei vagoni. "È fondamentale che gli operatori biologici facciano tutto il possibile per assicurarsi che l'Ucraina non rientri nuovamente nell'elenco dei Paesi ad alto rischio dell'Ue” . Neuendorff ha quindi esortato i produttori ucraini  a non scegliere organismi di certificazione che fanno false e facili promesse.

In definitiva, dalla conferenza è apparso che i produttori ucraini sono pronti a cercare di rispettare, nei limiti del possibile,  i propri contratti. Chi è alla ricerca di nuovi contatti commerciali in Ucraina può consultare il catalogo regolarmente aggiornato dell'EEPO degli esportatori biologici ucraini, che attualmente comprende più di 70 profili aziendali. Inoltre, i rappresentanti del settore biologico ucraino saranno presenti al BIOFACH di Norimberga dal 26 al 29 luglio presso il loro Business HUB nel padiglione 4a, stand 511.

Fonte: Organic-market.info