Come ci rivela in un articolo, pubblicato sul magazine online francese BFM TV, il giornalista Frédéric Bianchi, la Francia sembra voler diventare il paese di punta del biologico in Europa e nel mondo. Uno studio condotto dalla ditta Mintel rivela che è oggi la Francia a guidare la classifica del più elevato lancio di novità alimentari biologiche. Tra agosto 2018 e luglio 2019, la quota di nuovi prodotti bio lanciati in Francia ha infatti raggiunto il 22%, cosa che rende il Paese il principale innovatore in questo campo, davanti alla Germania (20%) e molto più avanti della Spagna (9%).
La Francia è quindi al di sopra della media europea (17% di prodotti biologici lanciati nel periodo) e ben al di sopra della media mondiale (10%). L’Europa è anche all’avanguardia a livello globale poiché con il 17% di novità bio, batte gli Stati Uniti che sono al 15%. In altre regioni del mondo, come Asia-Pacifico, Medio Oriente, America Latina e Africa, gli alimenti biologici rappresentano non più del 4% delle novità alimentari sul mercato.
Quanto potrà andare lontano la Francia nel settore? Molto sensibili alle questioni relative al cibo, i francesi sono stati massicciamente convertiti al biologico negli ultimi anni. Anche se il suo peso, a livello nazionale, resta minore rispetto a quanto avviene in Germania. In Francia, il biologico ha raggiunto il 4% degli acquisti nei supermercati, rispetto al 5,7% in Germania. Il biologico continuerà quindi a progredire in Francia anche se secondo stime Nielsen ciò non è destinato a diventare la norma: il suo potenziale può però raggiungere l’11% del mercato complessivo del paese, quasi il triplo di ciò che rappresenta oggi.
“Le categorie in cui il biologico è forte sono soprattutto le materie prime, i prodotti non trasformati, le uova, il latte, la farina, il miele, i succhi di frutta”, afferma Isabelle Kaiffer, direttrice dei consumatori di Nielsen. Ed anche in queste categorie ‘forti’ del bio, la quota di mercato di rado supera il 12%, e poiché i prodotti biologici raramente raggiungono lo stesso livello dei prodotti trasformati, la media per tutte le categorie di prodotti di consumo difficilmente supererà l’11% “.
Nuovi prodotti con indicazioni relative alla salute (“senza zucchero”, “senza glutine”, “meno sale” ) o all’ambiente ed all’eticità dal 20% nel 2009 hanno comunque oggi superato il 40%. Se c’è un’aspettativa di “moralizzazione” da parte dei consumatori, l’industria agroalimentare ha colto l’interesse commerciale di tali iniziative.
Soprattutto i giovani sono infine più sensibili al biologico. Secondo Mintel, i millenials (25-34 anni) e la generazione Z (16-24 anni) sono i più propensi ad acquistare prodotti bio. È probabile che l’81% dei giovani francesi comprerà tali prodotti e persino l’85% degli spagnoli, l’86% dei tedeschi e l’87% degli italiani. “La generazione Z è cresciuta in un’epoca in cui la salute e il benessere sono fondamentali”, ha dichiarato Katya Witham, analista dei mercati alimentari di Mintel: “Per le giovani generazioni, l’impatto sociale e ambientale del consumo è di grande importanza, il che dovrebbe contribuire ad alimentare la futura crescita del settore biologico “.
Fonte: Articolo di Frédéric Bianchi, giornalista, su BFM TV