Agence Bio ha pubblicato “Le baromètre des produits biologiques en France – 2023 – Consumo e percezione”. Si tratta di un sondaggio online effettuato sul campo dal 21 novembre al 1° dicembre 2022, autosomministrato, su un campione di 4.000 persone, rappresentativo della popolazione della Francia metropolitana di età compresa tra i 18 e i 75 anni (sesso, età, categoria socio-professionale, regione e dimensione della residenza, livello di diploma più alto). Un questionario di venti minuti composto da un nucleo comune rivolto a tutti gli intervistati e da un modulo dedicato ai consumatori abituali (almeno una volta al mese) di prodotti biologici (per un totale di 2484 persone).
Questi i titoli delle tavole presenti nel “barometro”:
- Aumentano le restrizioni alla spesa alimentare
- Il contesto inflazionistico rafforza l'attenzione ai prezzi
- Forte calo e concentrazione del consumo di alimenti biologici
- Neo-consumatori di alimenti biologici vengono reclutati nell'ambito di categorie modeste della popolazione
- I francesi prestano meno attenzione ai marchi che garantiscono prodotti di qualità e/o rispettosi dell'ambiente
- I marchi biologici sono conosciuti, ma c'è molta concorrenza
- Il prodotto locale: il minimo comune denominatore nelle aspettative dei consumatori?
- Dopo il freno ai prezzi, dubbi sulla realtà del 100% biologico
- La mancanza di conoscenza dei disciplinari biologici contribuisce alla confusione
- La mancanza di informazione alimenta la sfiducia
- I francesi sono ancora convinti che l'agricoltura biologica preservi l'ambiente e crei posti di lavoro.
- Il bio: coerente con la transizione alimentare - L'ambiente, una preoccupazione crescente per i francesi - La salute ha un ruolo centrale nel rapporto con l'alimentazione
- Minore comprensione del prezzo, quindi minore accettazione da parte del cliente
Le conclusioni di Agence Bio indicano che, nonostante i suoi numerosi vantaggi in un rapporto in evoluzione con il cibo, l'alimentazione biologica sta soffrendo. La sua massificazione e la sua conseguente banalizzazione sono una delle chiavi di lettura. Ma anche la sua comprensione in un mondo in cui si sono moltiplicati i messaggi e le etichette sul "locale", sul benessere degli animali o sulla giusta remunerazione dei produttori... Il bio, "label" che si occupa di questioni ambientali, sanitarie e sociali, risente anche della crisi di sfiducia che colpisce la società in generale: sfiducia nei marchi di qualità pubblici e privati, dubbi sui metodi di produzione. Infine, una delle sfide potrebbe risiedere nell'accessibilità dell'offerta biologica. In questo contesto altamente competitivo, le catene di supermercati tendono a razionalizzare il proprio assortimento biologico per privilegiare altre offerte, soprattutto quelle locali. Un calo dell'offerta si riflette nei risultati del barometro: mentre il 27% dei consumatori abituali di prodotti biologici acquista alimenti biologici almeno una volta alla settimana nei supermercati, questa percentuale è in calo di 6 punti rispetto al 2021. Anche l'insufficienza dell' offerta è spesso evidenziata anche dai consumatori abituali come un ostacolo all'aumento dei loro consumi. Il cibo biologico soffre certamente di un'immagine indebolita, ma potrebbe non aver detto l'ultima parola, a patto che si faccia sentire in mezzo a promesse e marchi privati sempre più frammentati...
L’indagine si può scaricare a questo LINK
Fonte: Agence Bio