Data inizio
04 Mag 2020
Rassegna stampa

E’ il titolo dell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera dal presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. Un intervento che offre importanti spunti di riflessione supportati da dati puntuali sulla fame nel mondo, sullo spreco di cibo, sull’emissione di carbonio derivante dal consumo di energia e sulla crescita della popolazione urbanizzata. «Il dramma pandemico che viviamo è solo la punta d’iceberg» sostiene Triarico in apertura. E poco più sotto: «La crisi sanitaria è sintomo della crisi socio-ambientale e delle pratiche predatorie e di consumo, che violano il confine di rispetto tra uomo e natura, tra città e foresta».

In uno dei passaggi chiave l’autore afferma che la crisi derivante dalla pandemia non sarà passeggera: quello che stiamo vivendo è «un evento epocale di cambiamento e non una pausa dalla normalità a cui ritornare». Per questo l’umanità dovrà attivare nuove azioni, basate sulla libertà individuale e sul risveglio delle coscienze. Azioni concrete realizzabili da subito a partire dal settore primario, dove gli agricoltori sono sfruttati fino al limite dalle vecchie regole del profitto ad ogni costo.

Carlo Triarico individua una serie di azioni ecologiche alla base delle quali mette il principio di precauzione: si va dalla tutela della biodiversità allo sviluppo dell’agroecologia, dal potenziamento delle filiere corte, alla misurazione del valore delle attività produttive in base a criteri sociali e ambientali. E ancora, dalla diffusione di stili di vita sani e basati su una alimentazione equilibrata alla lotta ai cambiamenti climatici riducendo da subito l’utilizzo di risorse non rinnovabili, dall’eliminazione dei diritti privati sul patrimonio genetico, all’economia circolare.

Se considerare la crescita come la variabile su cui misurare la salute del sistema ci ha portato alla situazione attuale forse è giunta l’ora di «misurare l’economia per le possibilità di evoluzione che offre agli esseri umani». È il «movimento ecologico» che deve ottenere la leadership di questo cambiamento, con gli agricoltori più virtuosi a fianco degli ultimi, «perché la loro capacità di lavorare insieme sia l’immagine stessa dell’ecologia sociale integrale».

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Fonte: Associazione Italiana per l’Agricoltura Biodinamica