Data inizio
08 Ago 2022
Rassegna stampa

Nel mercato della IV e V Gamma bio mondiale l’origine della materia prima è uno degli elementi chiave da valorizzare in etichetta. L’Italia è leader mondiale nella produzione di ortaggi bio e nell’export europeo ha pochi competitor sui mercati vicini, come quelli europei, visto che la Spagna, in questo settore, è ancora parecchio indietro.

Il canale dell’export si può rivelare strategico, dunque, per la valorizzazione di una categoria merceologica che “in casa” è ormai diventata la cenerentola del carrello. Anche perché non ha competitor neanche tra gli importatori da Paesi terzi, che importano meno di 100 tonnellate l’anno, circa 5 bilici. Praticamente nulla.

È quanto è emerso nel corso del convegno ‘Tendenze e statistiche mondiali nel settore del bio’ presentato a Biofach e curato (insieme alla relativa pubblicazione) da FiBL ed Ecovia intelligence, centro di ricerca specializzato in consulenza e formazione per lo sviluppo sostenibile.

“Oggi la sfida principale – ha detto Helga Willer, ricercatrice di FiBL – è legata al fatto che le produzioni bio hanno prezzi molto più alti. È una sfida importante soprattutto se si considera che in questa particolare congiuntura economica, la forbice delle quotazioni tra bio e convenzionale si è assottigliata e che ci sono prodotti parimenti sostenibili, come quelli a residuo zero, ma anche quelli convenzionali, che rappresentano importanti competitor con i quali siamo costretti a misurarci proprio per il peso crescente che sta assumendo la leva prezzo nelle scelte di acquisto da parte dei consumatori. La sfida è rappresentata anche dalle etichette e dalla capacità che hanno di comunicare al consumatore il maggiore valore aggiunto di questo prodotto ad alto contenuto di servizio”.

Un’ulteriore fonte di competizione della IV Gamma bio e, in generale per il settore bio, sono le referenze plant based che stanno crescendo velocemente e che puntano a ridurre, come strada parallela che evolve insieme all’evolvere del movimento bio, il consumo di carne.

Tra i mercati di sbocco più vicini per la IV e V Gamma bio, ci sono la Svizzera che ha il maggior consumo procapite/anno di prodotti bio (418 euro secondo lo studio di FiBL ‘Il mondo dell’agricoltura bio’ edizione 2022) e la Danimarca che, per contro, in Europa, ha la maggiore quota a scaffale di bio sul totale dei generi alimentari venduti.

Per quanto riguarda i mercati più lontani, in USA e Canada IV e V gamma (non solo ready to eat ma anche e soprattutto ready to cook), sono maggiormente radicati nelle scelte di acquisto dei consumatori, ma sono condizionati dalla situazione economica attuale.

L’articolo, che riporta molte altre utili indicazioni per il comparto, si può leggere QUI

Fonte: Fresh Cut news

Parole chiave