La “Carta dei valori del biologico italiano”

Anabio, l’associazione dei produttori biologici della Cia-Agricoltori italiani, in occasione della sua assemblea annuale ha messo a punto e proposto una “Carta dei Valori a tutela del settore e delle produzioni biologiche made in Italy”. Un documento che contiene principi etici e di comportamento per lo sviluppo dell’agricoltura biologica e biodinamica. Si tratta di visione, principi e obiettivi, valori e finalità in relazione a cittadini, organizzazioni, istituzioni e organi internazionali cui sono chiamati ad aderire gli operatori del settore, gli agricoltori, le organizzazioni, i referenti economici e i consumatori.

Obiettivo della Carta è quello di rafforzare il ruolo delle produzioni certificate bio a livello europeo e  ribadire il contributo del settore alle istanze globali, prima fra tutte l’urgenza di una vera sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Dalla Carta emerge l’attenzione alle richieste Onu definite dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e, quindi, il contributo per ridurre le emissioni di gas serra e contrastare cambiamenti climatici, inquinamento delle acque, erosione dei suoli, dissesto idrogeologico, disuguaglianze sociali e rischio malattie, ma anche l’attenzione alla tutela della biodiversità e delle sostanze organiche nel terreno. Una Carta dei valori che fa proprio l’obiettivo  di raggiungere, entro i prossimi 10 anni, il 30% di Sau coltivata con metodo biologico e biodinamico.  

Sono sette i punti-obiettivo (tra cui trovano spazio la tutela del suolo, la protezione della biosfera, il contrasto allo sviluppo di Ogm, la promozione di innovazione e ricerca, la diffusione della conoscenza) che guardano alla crescita di aziende agro-ecologiche condotte con approccio agronomico e sistemico, con l’ambiente come spazio in cui uomo, animali e paesaggio coesistono in armonia.

Nel progetto di tutela del settore, la Carta di Anabio-Cia chiama in causa anche le istituzioni perché adottino politiche di governo che garantiscano autosufficienza alle aziende, lavoro dignitoso e non discriminatorio, ricambio generazionale, affiancamento, gestione del rischio, cooperazione e formazione. Strumenti di mercato, come OP e OI, devono inoltre assicurare contrattazione trasparente, e parità nei prezzi e nella ripartizione del valore aggiunto.

Nelle relazioni con i cittadini e le organizzazioni, la Carta mette nero su bianco tre questioni centrali: un consumo di prodotti biologici che sia accessibile a tutti, attraverso circuiti brevi come i Gruppi di acquisto solidali (Gas); superamento di una visione elitaria del biologico; democratizzazione delle conoscenze ed empowerment degli operatori del settore con il supporto di enti e associazioni. Per quanto riguarda il rapporto con le istituzioni, invece, le azioni chiave sono una partecipazione attiva all’economia locale, la possibilità di una co-progettazione tra società civile e amministrazioni, cooperazione a livello internazionale partendo dal Bacino del Mediterraneo.

La “Carta dei valori del biologico italiano”

Fonte: AnagriBio