LA CIA: IL BIOLOGICO E' A RISCHIO «L'agricoltura naturale è in espansione, ma può essere contaminata dagli Ogm».

<P align=justify>Caso esemplare di schizofrenia in casa Cia.<BR>Caltanissetta. «Il rischio di contaminazione nell'agricoltura biologica è un problema reale, è presente sia nella fase di coltivazione che di raccolto, sia in quella di trasporto che in quelle di conservazione e trasformazione». <BR>Lo sostiene la Cia, Confederazione italiana agricoltura, in un dossier, una dettagliata documentazione con i dati sulle colture biologiche in Sicilia confrontate con il mercato nazionale e internazionale, distribuito ieri a delegazioni di agricoltori nell'ambito di un seminario di approfondimento a Caltanissetta. <BR>La Cia cita nel dossier anche gli Ogm, gli organismi geneticamente modificati e scrive «l'art. 6 del Regolamento Cee 2092/91 vieta l'uso degli usi dell'Ogm e i prodotti da essi derivati (ad eccezione dei vaccini). <BR>Le cause di contaminazione sono dovute all'impurità dei semi, all'impollinazione incrociata, alle piante spontanee e alle pratica di raccolto, alle possibili contaminazioni nei locali di conservazione e dei mezzi di trasporto». <BR>Ne deriva l'incompatibilità tra gli Ogm e le colture biologiche. <BR>(ndr: brava, c'è arrivata anche la Cia. <BR>Adesso ci spieghi perchè non si esprime contro l'introduzione degli OGM. E' per far morire le aziende biologiche sue associate? <BR>Perchè non glielo dice, ha paura che il suo patronato sindacale perda qualche delega?) Il dossier riporta i dati del biologico in Italia forniti dal Mipaf: al 31 dicembre 2002 sono 55902 le aziende biologiche di cui 51401 produttori (8,9% in meno rispetto al 2001), 4346 trasformatori (il 10% in più rispetto al 2001) e 155 (il 27% in più del 2001) gli importatori. Le superfici condotte con metodo biologico, riferite allo stesso periodo, sono 1.168.212 ettari con una variazione rispetto al 2001 del 5%. <BR>«Il calo percentuale avvenuto nel 2002 – dice la Cia – ha riguardato essenzialmente le piccole aziende, quelle cioè che non sono riuscite a conquistare spazi di mercato e trovavano conveniente la permanenza nel settore per gli incentivi delle misure agroambientali». <BR>Positivi, inoltre, i dati sugli allevamenti: i bovini certificati nel 2002 erano 164.536, gli ovicaprini 668.451, i suini 20.000, gli avicoli 939.396. Con riferimento al mercato internazionale, in testa ai Paesi che producono biologicamente c'è l'Australia con 7.654.000 ettari, mentre in Europa la superficie coltivata con metodo biologico nel 2001 era complessivamente di 3,8 milioni di ettari. <BR>Secondo le rilevazioni di Databank nel 2002 il fatturato del settore delle produzioni biologiche ha raggiunto quota 688,2 milioni di euro con un aumento del 16,9% rispetto al 2001. In testa ai consumi di prodotti biologici c'è sempre l'ortofrutta con una spesa di 187,9 milioni di euro (+7% rispetto al 2001), cui seguono i prodotti da forno con 148,8 milioni di euro (+31% rispetto al 2001), yogurt e latte con 145,5 milioni di euro (+19%), pasta e cereali con 84,5% (+15%). <BR>Il mercato europeo, invece, si attesta sui 10,6 milioni di euro contro gli 11 milioni degli Stati Uniti. <BR>Secondo un'indagine Demoskopea, inoltre, il 31% dei consumatori acquista cibo biologico perchè è buono, il 12% perchè è sano, il 24% perchè di moda, il 22% è entusiasta del biologico mentre per l' 11% il biologico resta sconosciuto. <BR>«Per quei consumatori che non acquistano il biologico – spiega la Cia – le ragioni sono: i prezzi troppo alti, la scarsa disponibilità nei negozi, incertezze sulle differenze di qualità con i prodotti convenzionali, i dubbi sull'autenticità delle certificazioni». <BR>Nel dossier sono stati inseriti anche dei cenni storici sull'agricoltura biologica nata da fondamenti filosofici, che hanno dato origine al movimento sfociato nell'agricoltura biologica, elaborati in Germania alla fine dell'800 «quando un certo ambiente culturale cominciò ad analizzare il distacco che contrapponeva l'uomo alla natura – scrive la Cia nel dossier – e teorizzò il recupero di un nuovo equilibrio tra ambiente e uomo». <BR>La Cia nel dossier elenca anche quali sono i fertilizzanti utilizzabili in agricoltura biologica (circa 1500) indicando inoltre il registro dei fertilizzanti redatto dal ministero e consultabile su internet al sito dell'Istituto sperimentazione per la nutrizione delle piante di Roma (www.isnp.it). <BR>Particolare attenzione nel dossier, infine, è data all'etichettatura del prodotto biologico attraverso il logo dell'Unione europea, al sistema di controllo e alla certificazione con riferimento agli organismi che operano in Italia in tale settore.<BR><BR><I>Fonte di informazione:</I> La Sicilia</P>