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<P align=justify>Il verdetto del Premio Biol. Siciliano anche il secondo posto, sardo il terzo. Miglior straniero, ma solo decimo, è uno spagnolo. Assegnati riconoscimenti in varie categorie BITONTO (Bari) – Ormai è diventata tradizione: l’olio biologico italiano - in particolare siciliano, sardo e pugliese - si riconferma anche quest’anno leader a livello mondiale. A vincitore la nona edizione del Premio Biol, l’unico concorso internazionale riservato ai migliori extravergini biologici svoltosi a Bitonto, è infatti il siciliano “Borgo Antico” dell’azienda Gerace di Enna. E’ risultato il migliore dell’annata 2004 tra gli oltre 200 oli in gara - record di partecipazioni - giunti da vari continenti. La Sicilia si aggiudica anche il secondo posto col “Titone-Dop” dell’omonimo produttore di Marsala; terzo, il sardo “Olio del Giudicato di Arborea” della cooperativa Campidano di Oristano. Miglior straniero, al decimo posto, un olio spagnolo, il “Rincon de la Subbetica”. Nelle altre tre categorie principali, premio Biolblended (miglior olio imbottigliato e commercializzato con marchi non del produttore) al sardo “San Giuliano” dell’azienda Manca di Alghero; Biolpack (miglior packaging ed etichettatura, assegnato da una specifica giuria di esperti in comunicazione e consumo) a “Oilbios” dell’azienda spoletina Monini; Biol Frantoio (miglior olio frantoiano), alpugliese “Dop-Terre di Bari Tenuta Arcamone” prodotto a Bitritto da De Carlo. L’elenco completo di tutti gli altri riconoscimenti territoriali e le menzioni sarà presto online su www.premiobiol.it. ''Dai panel test del Biol - ha dichiarato il presidente della giuria internazionale Antonio Zelinotti, capo panel italiano del Coi (il Consiglio Oleicolo Internazionale, massimo organismo mondiale del settore) - si è riconfermata la qualità degli oli italiani e gli apprezzabili sforzi dei nostri produttori per migliorarla. Alcuni extravergini, pur non vincendo, hanno ottenuto punteggi altissimi: si pensi, giusto per fare qualche esempio, al secondo tra i blended, l’umbro “Bonolio” dell’azienda Moretti, al laziale “Dop-Sabina” prodotto da Tre Colli, o a un paio di calabresi come il frantoiano “Vulcano - Dop Bruzio” o il “Dattilo” dell’azienda Ceraudo. Facendo una media generale i migliori oli, come ormai da tradizione, sono comunque risultati i siciliani, e aggiungerei anche i sardi e i pugliesi. Sotto il profilo dell’armonia hanno un quid in più. Si conferma poi il divario tra italiani e stranieri, anche se si registra la forte crescita qualitativa degli spagnoli: un segnale forte. C’è poi la sorpresa di turno, che quest’anno arriva da un buon olio neozelandese. Ma in generale, l’extravergine estero non riesce ancora a stare al passo''. Concorso a parte, la manifestazione - organizzata dalla Camera di Commercio di Bari, con direzione tecnica e coordinamento del CiBi (in Puglia si occupa di biocertificazione per conto di Icea) il sostegno del Comune di Bitonto - ha incluso una tavola rotonda sulla nuova OCM per l’olio, un Forum dell’Osservatorio Internazionale sull’Olivicoltura Biologica sulle prospettive del settore e vari eventi gastronomici e culturali gratuiti, che hanno registrato il tutto esaurito: Laboratori del gusto di Slow food, mostre-mercato, animazioni, visite a frantoi e itinerari bitontini di turismo responsabile, concerti. Il Premio Biol è realizzato col patrocinio di Ifoam, Coi, Ministero per l’Agricoltura e la collaborazione di vari organismi di settore come Aiab Puglia, Icea, Consorzio Puglia Natura nell’ambito del Patto territoriale Nord Barese-Ofantino, Acu-Puglia, Iamb, Consortium. <BR><I>Fonte di informazione:</I> Premio Biol, 30 aprile 2004</P>