Anche nel 2023 si è confermata positiva la performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani bio che ha raggiunto i 3,6 miliardi di euro, segnando un +8% (anno terminante luglio) rispetto all’anno precedente.
Nonostante si registri una crescita più contenuta rispetto al 2022 – comunque in linea con l’export agroalimentare nel complesso – il riconoscimento per il bio Made in Italy sui mercati internazionali risulta rafforzato dall’evoluzione di lungo periodo (quasi +200% rispetto al 2013) e dal crescente ruolo del bio sul paniere dei prodotti Made in Italy esportati.
Sono queste le evidenze più significative emerse dall’ultima analisi condotta nell’ambito di ITA.BIO, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy curata da Nomisma e promossa da ICE Agenzia e FederBio. I risultati dell’analisi – che ha visto la realizzazione di un’indagine su 254 imprese alimentari e vitivinicole italiane – sono stati presentati a Rivoluzione Bio 2023, gli Stati Generali del Biologico.
Il ruolo del food e wine nell’export bio Made in Italy
La gran parte delle esportazioni bio riguarda i prodotti agroalimentari, per un valore di 2,9 miliardi di euro nel 2023. Il vino pesa per il restante 19%, una quota ben maggiore di quanto si registra considerando l’export agroalimentare italiano in generale.
I mercati di destinazione: guida la Germania, seguita da Francia e Benelux
Per quanto riguarda i mercati presidiati, dall’indagine condotta da Nomisma è emerso come le principali destinazioni in Europa per il food italiano bio siano, nell’ordine, Germania Francia e Benelux. Per il vino a guidare è ancora il mercato tedesco, seguito dai Paesi Scandinavi e dal Benelux. Al di fuori dei confini comunitari la fanno da padrone Stati Uniti, Svizzera e Regno Unito.
Bio italiano all’estero: quali prospettive?
Le aziende bio italiane dimostrano la loro resilienza nonostante un contesto fortemente condizionato da scenario inflattivo, emergenze energetiche e climatiche.
Per gran parte di loro (il 74%), infatti, l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia sono state le principali criticità da affrontare negli ultimi 6-12 mesi, seguite dalla riduzione della domanda di prodotti bio (riscontrata da un terzo delle aziende); ma le previsioni per il futuro sull’export bio italiano sono positive.
Nello specifico, il 38% delle aziende prevede di aumentare nei prossimi 12 mesi il fatturato realizzato sui mercati internazionali, quota che sale al 61% con riferimento al vino.
Evita Gandini, Head of Market Insight Nomisma, ha sottolineato come l’Italia si confermi top exporter di prodotti agroalimentari bio in Europa. Qualità dei prodotti, apprezzamento dei consumatori per il Made in Italy e sistema di tracciabilità garantito dal marchio bio sono stati i principali fattori di successo secondo le nostre imprese. L’intera filiera necessita però di sostegno in questo momento di grande criticità che vede un aumento vertiginoso dei costi dell’energia e delle materie prime (oltre l’80% delle aziende segnala questo come ostacolo principale da affrontare nei prossimi 6-12 mesi). In tale contesto resta fondamentale la collaborazione tra ICE Agenzia, FederBio e Nomisma attraverso la piattaforma ITA.BIO a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese bio italiane.
Fonte: NOMISMA