Data inizio
04 Mag 2020
Rassegna stampa

The Conversation France ha pubblicato un interessante articolo a firma di Steffanie Scott, professoressa di geografia e gestione ambientale e di Zhenzhong Si, ricercatore associato, geografia e gestione ambientale, entrambi dell’Università di Waterloo.

E’ agosto, e il termometro segna 38 ° fuori da una serra in un’azienda di frutta alla periferia di Nanchino, in Cina. All'interno dell'azienda agricola, i clienti assaggiano uva e pesche biologiche. La signora Wang, proprietaria della fattoria, solleva con cura la copertura da un grande bidone di lombrichi. Ne sta raccogliendo migliaia per produrre fertilizzanti organici per la sua fattoria. La Wang è uno dei sempre più numerosi agricoltori in Cina che stanno tagliando il consumo di fertilizzanti e pesticidi e seguendo la domanda dei consumatori di alimenti biologici e sostenibili.

La produzione totale di grano della Cina è quasi quadruplicata dal 1961, quando finì la grande carestia. Ma il  successo ha avuto un pesante costo ambientale: la Cina usa quattro volte più fertilizzante per unità di superficie rispetto alla media globale e consuma la metà dei pesticidi utilizzati nel mondo. Nel complesso, l'uso di prodotti chimici nelle fattorie cinesi è 2,5 volte la media globale per circa 1 acro (0,40 ha, NdR) di terra. L'uso eccessivo di fertilizzanti sintetici e pesticidi ha portato alla contaminazione del suolo, alla fioritura delle alghe e all'aumento delle emissioni di gas serra. Oltre alle conseguenze ecologiche del rapido aumento dei raccolti, i consumatori cinesi, nonché gli agricoltori e i lavoratori agricoli hanno dovuto affrontare problemi di salute. L'eccessiva applicazione di pesticidi e fertilizzanti sintetici ha portato a residui chimici negli alimenti e infiltrazioni di azoto nelle acque sotterranee.

Ma le pratiche agricole sostenibili e la produzione di alimenti biologici in Cina stanno crescendo. La superficie totale di agricoltura biologica certificata è aumentata di oltre cinque volte tra il 2005 e il 2018, a 3,1 milioni di ettari, secondo un rapporto del governo del 2019. La Cina si è classificata terzanel mondo in quanto a superficie biologica certificata nel 2017, dopo Australia e Argentina. Le vendite totali di prodotti biologici in Cina sono al quarto posto a livello globale, dopo Stati Uniti, Germania e Francia. Anche la produzione biologica non certificata (ecologica) è diffusa.

Questo cambiamento sta generando una trasformazione verso un sistema alimentare più sostenibile in Cina e in tutto il mondo, dati i 65 miliardi di dollari di prodotti agroalimentari esportati dalla Cina ogni anno. Una trasformazione che serve di lezione per il resto del mondo, in termini di sforzi per spostarsi da una agricoltura ad alta intensità chimica verso un sistema più sano per le persone e il pianeta.

Cresce l’interesse per l'agricoltura sostenibile

Gli agricoltori cinesi stanno abbandonando l'agricoltura chimica per motivi di salute personale, protezione ecologica e motivi economici, supportati da una serie di sostegni statali. I consumatori cinesi sono desiderosi di nutrirsi di alimenti privi di sostanze chimiche, principalmente per motivi di salute. La domanda di alimenti biologici e “verdi” cresce dunque rapidamente, specialmente tra le classi medie e alte. Giappone, Europa e Stati Uniti sono i maggiori mercati per le esportazioni cinesi di alimenti biologici secondo il Rapporto cinese sulla sviluppo della certificazione e del settore dell'agricoltura biologica redatto nel 2019.

Le pratiche agricole sostenibili in Cina - come l'uso di compost e letame animale invece di fertilizzanti chimici, le colture di copertura, la rotazione delle colture e l'intercropping (coltivazione di diverse varietà di colture su uno stesso campo) stanno contribuendo a suoli più sani. Le aziende agricole ecologiche evitano anche l'uso di antibiotici e ormoni nel bestiame.

Sforzi dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto

Il settore alimentare biologico ed ecologico della Cina sta emergendo in un diverso insieme di condizioni sociali, economiche, culturali e ambientali. Un contesto particolare che in Cina ha portato allo sviluppo di un settore biologico formale, creato da norme e regolamenti governativi dall'alto verso il basso. Accanto a questo, ha preso forma, attraverso lotte di base dal basso verso l'alto per alimenti sicuri, sani e sostenibili, un settore biologico informale. Attraverso tali sforzi dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto, la Cina sta emergendo come leader globale nello sviluppo di sistemi alimentari sostenibili. Una prolungata crisi di sicurezza alimentare è stata una forza trainante per passare a una produzione alimentare più sostenibile e per creare un mercato interno per alimenti biologici ed ecologici.

In risposta ai problemi di sicurezza alimentare, oltre alla crisi ecologica della Cina, vari livelli di governo in Cina forniscono ora una vasta gamma di supporti alle aziende agricole biologiche. Queste misure non hanno eguali in tutto il mondo. Esse vanno dalla copertura dei costi della certificazione biologica, alla ricerca di terreni da coltivare, al finanziamento di infrastrutture e  mezzi agricoli e fertilizzanti organici, alla formazione e assistenza alla commercializzazione.

Oltre a questi aiuti statali, hanno contribuito alla crescita del bio anche gli sforzi dal basso verso l'alto guidati dalla società civile. Un gruppo di attivisti appassionati di alimentazione ha avviato aziende agricole supportate dalla comunità, farmers markets e club di acquisto. Ciò ha contribuito ad una rivoluzione nell’alimentazione ecologica e nel mangiare etico nelle città cinesi.

Come dimostra la nostra ricerca, le persone hanno abbracciato con entusiasmo queste nuove iniziative basate sulla comunità. Amano l'opportunità di accedere a cibi sani e sicuri, ancor più durante la pandemia di COVID-19. Le vendite online, compresi alimenti ecologici e biologici, sono in forte espansione, in particolare tra le classi medie e alte.

Sfide in arrivo

Nonostante questi sviluppi positivi, il settore dell'agricoltura biologica cinese deve affrontare alcune sfide critiche. Ad esempio, i piccoli agricoltori non possono generalmente permettersi i costi della certificazione biologica. I falsi marchi di certificazione biologica hanno poi messo alla prova la fiducia del pubblico nei confronti dei prodotti biologici e i prezzi degli alimenti biologici possono essere dalle 5 alle 10 volte superiori rispetto ai prodotti convenzionali. E i funzionari statali diffidano dal promuovere il modello più ampiamente perché rimangono scettici sul fatto che le rese siano abbastanza elevate per alimentare l'enorme popolazione cinese.

Alcuni di questi problemi potrebbero essere affrontati investendo in ulteriori ricerche e facendo in modo che le organizzazioni di supporto del settore biologico forniscano formazione e condivisione delle informazioni. La Cina ha anche poche ONG ambientaliste che possano provvedere all'educazione della gente e a collegare gli agricoltori tra loro per un sostegno reciproco.

Il mondo vede spesso il record ambientale della Cina in una ottica negativa. Ma è possibile apprendere molto sia dalla politica sia dalle iniziative che vengono dalla base in questo paese. Aziende agricole come quella che produce frutta della signora Wang stanno mettendo radici per riconnettere agricoltori e consumatori. E il piano e le politiche nazionali sull'agricoltura sostenibile per ridurre l'uso della chimica in agricoltura mettono in evidenza prospettive per un'agricoltura in Cina piu sostenibile.

Fonte: The Conversation France