Slow Food, l’agricoltura e l’ambiente, di Piero Bevilacqua

<div style="text-align: justify;">SlowFood,
rivendicando la genuinità del cibo, ha inevitabilmente scoperto la
centralità dell’agricoltura: la grande madre delle risorse da cui il
cibo prende vita. Naturalmente, scoprire l’agricoltura di oggi partendo
dal suo esito finale, il bene alimentare, non può non condurre a una
critica profonda e radicale di un modello industriale per molti versi
inaccettabile. L’agricoltura dei nostri anni, che certo ci dà cibo
abbondante e a buon mercato, ha tuttavia trasformato le campagne nei
luoghi più insalubri e inquinati della Terra. Il suo avanzare riduce la
biodiversità – quello sterminato patrimonio di piante e animali
donatoci dalla natura e selezionato da innumerevoli generazioni di
contadini – inquina la terra, l’aria e l’acqua, uccide la vita animale
che ha intorno, con un processo di artificializzazione tecnica sempre
più spinta. Come si può conciliare tale forma di produzione con il cibo
destinato agli uomini, cioè a degli esseri viventi che, per quanto
immersi in contesti ipertecnologici, non cessano, per questo, di essere
natura? È anche dal cuore di questa insanabile contraddizione che nasce
il nuovo libro di C. Petrini, Buono, pulito e giusto. <br></div><i>Fonte di informazione:</i> «I frutti di Demetra», n. 9, aprile, pp. 5-9