Si è svolto a Tunisi il seminario di chiusura del progetto “Azioni preliminari per la costituzione di bioterritori tunisini”. Un progetto – finanziato dalla Cooperazione italiana con 1 milione di euro per un periodo di 24 mesi – cui hanno partecipato circa mille persone, tra imprenditori del settore biologico, funzionari delle istituzioni pubbliche competenti, operatori di settori complementari e organizzazioni della società civile.
Il progetto, iniziato nel novembre 2022, ha avuto come obiettivo generale di promuovere lo sviluppo locale per sostenere le attività produttive, i servizi, l’occupazione, l’imprenditorialità, la creatività e l’innovazione, favorendo la formalizzazione e lo sviluppo di micro, piccole e medie imprese attraverso la valorizzazione delle risorse genetiche e naturali e del know-how locale.
Sono state create cinque aree pilota specializzate nella produzione e nei servizi in linea con i principi dell’agricoltura biologica, attraverso un’analisi di pre-fattibilità e la definizione dei meccanismi necessari per la loro attivazione. I cinque bioterritori pilota sono stati istituiti nelle seguenti località: Haouaria, nel Governatorato di Nabeul, Sejnane, nel Governatorato di Bizerte, Kesra, nel Governatorato di Siliana, Majel Bel Abbes, nel Governatorato di Kasserine e Hazoua, nel Governatorato di Tozeur.
L’iniziativa, finanziata dalla Cooperazione italiana, è stata realizzata dal Cntro Internazionale di Alti Studi Agronomici Mediterranei – CIHEAM Bari, in collaborazione con la Direction Générale de l’Agriculture Biologique – DGAB, del Ministère de l’Agriculture, des Ressources Hydrauliques et de la Pêche Maritime – MARHPM.
Al seminario di chiusura del progetto hanno partecipato il Segretario di Stato del Ministero dell’Agricoltura, delle Risorse Idrauliche e della Pesca, Hamadi Habaieb, S.E. l’Ambasciatore d’Italia, Alessandro Prunas, il Direttore del CIHEAM Bari, Maurizio Raeli, il Vicedirettore del CIHEAM Bari, Biagio Di Terlizzi, il Direttore ad interim dell’Ufficio Regionale AICS in Tunisia, Annamaria Meligrana, il Direttore Generale della Federazione Internazionale dei Movimenti per l’Agricoltura Biologica – IFOAM Europa, Eduardo Cuoco, e il Direttore Generale del MARHPM DGAB, Khaled Sassi.
Tra gli altri partecipanti, il rappresentante del Ministero dell’Economia e della Pianificazione, Emna Araar, la responsabile della presidenza dell’IRESA, professoressa Zohra Lili Chabaane, i Commissari per lo Sviluppo Agricolo dei 5 siti pilota interessati dal progetto e i rappresentanti dei biodistretti italiani del Cilento, della Via Amerina e delle Forre, di Lame e della Val di Vara.
Nel suo discorso di apertura, Hamadi Habaieb, Segretario di Stato del Ministero dell’Agricoltura, delle Risorse Idrauliche e della Pesca, ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura biologica come sistema agricolo sostenibile e competitivo, in grado di elevare la posizione della Tunisia sulla scena mondiale nella produzione biologica e di aumentare le esportazioni di prodotti biologici tunisini di alta qualità. Ha inoltre affermato che lo sviluppo dei bioterritori tunisini può stimolare la crescita sociale ed economica locale, proteggere l’ambiente, preservare la biodiversità e rafforzare l’economia locale, regionale e nazionale, migliorando le condizioni di vita delle comunità e offrendo ai giovani interessanti opportunità di lavoro.
S.E. l’Ambasciatore d’Italia, Alessandro Prunas, ha sottolineato l’importanza di sostenere la creazione di bioterritori tunisini, come parte di un approccio volto a promuovere un modello di sviluppo rurale integrato ed equo. Questa iniziativa incoraggia la collaborazione tra produttori, istituzioni e comunità locali, con l’obiettivo di migliorare la qualità e la competitività dei prodotti sui mercati locali e internazionali.
Il direttore del CIHEAM di Bari, Maurizio Raeli, ha sottolineato come questa iniziativa, basata su un approccio olistico, abbia permesso di elaborare le linee guida per la creazione di nuovi bioterritori in Tunisia, primo Paese del continente africano ad adottare questo approccio innovativo, già sperimentato con successo in Italia.
Da parte sua, Annamaria Meligrana, direttrice ad interim dell’AICS di Tunisi, ha sottolineato che questo progetto è emblematico per una serie di ragioni, in particolare per quanto riguarda il sostegno e la promozione dell’imprenditorialità sostenibile e creativa. La Cooperazione italiana rimane impegnata a sostenere gli operatori dei bioterritori e intende creare un sistema di supporto tecnico e finanziario che permetta alle aree pilota di svilupparsi ulteriormente sul modello dell’esperienza italiana dei biodistretti.
Il Direttore generale di IFOAM Europa, Eduardo Cuoco, ha sottolineato l’enorme potenziale dei bioterritori per lo sviluppo rurale sostenibile, avvicinando i produttori biologici alle loro comunità, alla popolazione locale e alla società civile.
Il Direttore generale della DGAB, Khaled Sassi, ha sottolineato che i bioterritori incoraggiano forme innovative di sostenibilità delle risorse locali attraverso la partecipazione di tutti i settori coinvolti. Questo progetto ha anche contribuito a sviluppare le 5 aree pilota, individuate dal 2014 grazie a uno studio preliminare finanziato dal bilancio del Ministero dell’Agricoltura, delle Risorse Idrauliche e della Pesca. Inoltre, sono stati identificati i fattori chiave per lo sviluppo del tessuto rurale e la creazione di opportunità di lavoro per i giovani e le donne nelle aree rurali, in particolare all’interno di strutture professionali come imprese cooperative o SMSA e GDA.
Il progetto “Azioni preliminari per la creazione di bioterritori tunisini” ha permesso di individuare un sistema di governance per le cinque aree pilota e di promuovere e definire strumenti a sostegno degli attori dei settori individuati. Questa iniziativa mira a diventare un esempio concreto per la creazione di altri bioterritori nel Paese e nella regione.
Fonte: CIHEAM Bari