Veccia: la pianta comune per dire addio al glifosato, utile anche al bio

In una ricerca pubblicata sulla rivista Agronomy for Sustainable Development, un team di ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa ha valutato gli effetti della semina del girasole su un terreno non lavorato in presenza di una copertura di veccia. Secondo la ricerca,  la copertura di veccia avrebbe protetto il suolo, riducendo la presenza di erbe infestanti e fungendo da fertilizzante per il girasole dando azoto al terreno.

Controllo delle erbe infestanti in modo naturale: lo studio di Scuola Sant'Anna e Università di Pisa, un assist al biologico

A conclusione di una ricerca triennale condotta in campo, il team della Scuola Superiore Sant'Anna e dell’Università di Pisa ha valutato gli effetti della semina su terreno sodo (non lavorato) del girasole, in presenza dei residui di una coltura di copertura di veccia, pianta erbacea comune nei prati, coltivata come foraggio, dai fiori viola.

I semi di soia biologici riducono i rischi associati all'uso del glifosato

Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Foods, gli agricoltori convenzionali attualmente stanno usando una quantità doppia di glifosato rispetto alla fine degli anni '90, quando le colture GM sono diventate popolari, soprattutto perché le erbacce hanno sviluppato nel tempo una sempre maggiore resistenza a questo diserbante. Di conseguenza, aumentano anche i residui di glifosato nel tessuto vegetale delle colture. La nuova ricerca suggerisce che questi residui possono essere dannosi per gli animali che mangiano le colture contaminate.

“Il cibo bio riduce i pesticidi nel corpo. Mangiare senza compromettere la salute è possibile”, di Patrizia Gentilini (Medico oncologo ed ematologo)

Nelle urine di una famiglia romana (padre Giorgio, madre Marta e due figli: Stella 9 anni e Giacomo 7) sono stati ricercati – presso il Medizinisches Labor Bremen – glifosato,clorpirifose due metaboliti dei piretroidi (CL2CA ed mPBA), sia prima che dopo l’adozione di una dieta rigorosamente biologica durata due settimane. Dalle analisi pre-dieta tutta la famiglia è risultata pesantemente contaminata.

"Quel pesticida è un probabile cancerogeno": è battaglia tra Iarc e Monsanto, produttore della sostanza”, di Antonio Cianciullo

Lo Iarc (l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione) ha reso noto il giudizio maturato su cinque pesticidi: il glifosato e gli insetticidi malathion e diazinon sono stati classificati come "probabili cancerogeni" anche se "le prove sono limitate". Mentre gli insetticidi tetrachlorvinphos et parathion sono stati considerati solo "possibili cancerogeni". Da qui lo scontro con la multinazionale che produce il glifosato, la Monsanto.

“Ambiente e natura: Il glifosato, uno dei diserbanti più usati nella nostra provincia e nel mondo, sotto accusa”, di Maurizio Losorgio

Il 22 aprile si è festeggiata la Giornata della Terra (Earth Day), la più grande manifestazione del pianeta dedicata ai temi della protezione dell’ambiente e per parlare dei rischi per la salute di alcune sostanze. Tra gli argomenti trattati si è parlato parecchio dell'uso indiscriminato dei prodotti chimici in agricoltura e del glifosato, uno degli erbicidi più utilizzati al mondo. Si tratta di una sostanza chimica di "grande pericolosità", in grado di causare "malattie del sistema endocrino" ma nonostante ciò autorizzata all’uso in Italia.

“Tre sostanze usate in agricoltura a sospetto rischio cancerogeno”, di Vania Rivalta

Tre sostanze ampiamente utilizzate nella composizione di fitofarmaci - malathion, diazinon, glifosato - sono state inserite dall’International Agency for Research on Cancer (IARC) di Lione, massimo autorità in materia di studio degli agenti cancerogeni, nel Gruppo 2A, quello che comprende gli agenti che hanno probabilità di provocare il cancro negli esseri umani, ma per le quali le evidenze di cangerocenigità sugli uomini sono ancora limitate.