Data inizio
12 Ott 2020
News

Negli ultimi sette anni, in Emilia-Romagna, da quando è attivo il Programma di sviluppo rurale 2014-2020, le imprese biologiche di produzione e di trasformazione sono cresciute del 71% raggiungendo, da Piacenza a Rimini, la cifra di 6.100 unità, di cui 5.150 (l’85%) vere e proprie imprese agricole.  Nello stesso tempo, lo scorso anno la regione contava 165mila ettari di superficie agricola utilizzata a bio, superficie che nel corso del 2020 è aumentata fino a superare i 172mila ettari.  Sono numeri che fanno dell’Emilia-Romagna la prima regione in Italia per le imprese di trasformazione e commercializzazione/importazione di prodotti biologici (1.270 nel 2019) e per impiego di prodotti biologici nelle mense regionali, in particolare in quelle scolastiche. 

In occasione del SANA l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, oltre a presentare questi dati, ha firmato il nuovo protocollo insieme al presidente regionale dell’associazione Slow Food Italia, Antonio Cherchi, con l’obiettivo prioritario di sostenere le piccole produzioni tradizionali. 

La Regione guarda al biologico come buona pratica di coltivazione in grado di nutrire la terra in modo sostenibile – per il suo ruolo di rilievo nella difesa del clima e della biodiversità – e si è molto impegnata negli ultimi sette anni. Nel corso dell’ultimo Programma di sviluppo rurale quasi il 30% delle risorse sono state destinate, infatti, alle aziende biologiche.  Complessivamente 125milioni di euro sono stati immessi nel bio attraverso il Psr per la copertura dei costi di certificazione, la promozione dei prodotti, gli investimenti aziendali e di filiera, l’insediamento dei giovani agricoltori, garantendo le indennità compensative per le aree svantaggiate, promuovendo gli interventi di cooperazione per innovazione (come i Goi). Nel corso degli ultimi mesi, anche per sostenere le aziende alle prese con gli effetti della pandemia, si sono poi aggiunti ulteriori 7,3 milioni di euro che hanno permesso di approvare nuovi progetti grazie allo scorrimento delle graduatorie dei bandi. 

Il nuovo protocollo con Slow Food, invece, impegna entrambi,  fino al 2022, alla promozione dei prodotti agricoli e alimentari che rappresentano l’identità culturale ed economica del territorio regionale e che costituiscono un patrimonio di biodiversità e sostenibilità. Tra le finalità del protocollo, lo sviluppo di un programma di iniziative comuni per lo studio e la realizzazione di progetti volti a sostenere le piccole produzioni tradizionali rappresentative del territorio e della sua ricchezza in biodiversità, la promozione delle caratteristiche di sostenibilità e di qualità delle piccole produzioni (compresi i Presidi su mercati locali, nazionali e internazionali) e l’individuazione di percorsi di formazione dei produttori per accrescerne la professionalità, la conoscenza delle produzioni locali e la consapevolezza del proprio ruolo rispetto alla valorizzazione dell’identità del territorio. 

Fonte: Regione Emilia-Romagna