Data inizio
30 Ago 2023
Rassegna stampa

Il SINAB ha pubblicato "Bio in cifre 2023". La fotografia del settore è fatta di luci e ombre con i dati strutturali positivi e il target europeo del 25% di superficie bio entro il 2030 ormai alla portata; sul fronte della domanda le aspettative del comparto sono invece disattese. I consumi delle famiglie italiane crescono poco e atteggiamenti simili sono rinvenibili anche in altri Paesi europei dove l'Italia è un importante esportatore. 

Superfici

Nel 2022 la SAU nazionale coltivata in biologico supera i 2,3 milioni di ettari (+7,5% sul 2021). L'incidenza sulla SAU totale sale così al 18,7%.  Ad oggi sono già sei le Regioni che hanno superato l'obiettivo comunitario: Toscana, Calabria, Sicilia, Marche, Lazio e Basilicata. Da sottolineare, inoltre, gli importanti incrementi registrati in alcuni territori dove il biologico era già particolarmente rilevante. È il caso della Sicilia e della Puglia che, rispettivamente, aumentano gli ettari certificati del +22,5% e +11,9%. 

Orientamenti colturali

I 163 mila ettari in più rispetto al 2021 non sono distribuiti in maniera omogenea tra le categorie colturali. Il 47% degli incrementi è rappresentato, ad esempio, dalla categoria "prati permanenti"; un sensibile aumento si rinviene anche nelle "colture permanenti" (in particolare gli oliveti e gli agrumeti crescono del +10,5%). 
Nel complesso comunque tutti gli orientamenti colturali, fatta eccezione per gli ortaggi (-0,4%), sono caratterizzati da un segno più. 

Zootecnia

I nuovi numeri mostrano, finalmente, una crescita anche per la zootecnia. Gli aumenti più significativi riguardano i bovini (+10,5% pari a 42.988 capi), i suini (+12,5% pari a 7.054 capi) e gli avicoli (+16,9% pari a 887.164 capi). Crescono, seppur in misura minore, i caprini (+7,3% pari a 7.277 capi) mentre si rileva una lieve flessione per gli allevamenti ovini (-1,4% pari a -8.355 capi).

L'incidenza complessiva del comparto zootecnico bio resta modesta ma i segnali sono incoraggianti. L'inversione di tendenza si può in parte spiegare con la maggiore attenzione alle pratiche di sostenibilità negli allevamenti che il Piano Strategico della Pac intende perseguire anche con l'attuazione dell'Ecoschema 1 per la riduzione dell'antimicrobico resistenza e il benessere animale. 

Operatori

Anche spostandoci sulle aziende, il 2022 si chiude favorevolmente con un +7,7% sul 2021. L'Italia supera così le 92 mila unità certificate, di cui quasi 83 mila aziende agricole, posizionandosi al primo posto in Europa.  I nuovi ingressi nel sistema di certificazione (+6.655 unità), hanno interessato in maggior misura la categoria dei produttori esclusivi (+10,1%). Seguono, con tassi di crescita inferiori, la categoria dei produttori e preparatori (+3,6%) e degli importatori (+0,5%).  Guardando alle aziende agricole biologiche, nel 2022 queste rappresentano il 7,3% delle aziende agricole italiane e, come per le superfici, si concentrano al Sud e nelle Isole, in particolare in Sicilia (15,8%), Puglia (12,9%) e Calabria (12,2%). 

Il valore del mercato biologico

Come registrato nel 2021 anche l'ultimo anno evidenzia un mercato al consumo di prodotti biologici stagnante, seppur non negativo (+0,5% sul 2021). I 3,66 miliardi di fatturato alla vendita non tengono, dunque, il passo dell'inflazione.  Un quadro in parte atteso, considerate le preoccupazioni delle famiglie italiane e la ricerca del prezzo più basso che sta condizionando la spesa di molti consumatori. Oggi per 100 euro di spesa solo 3,6 euro finiscono nel carrello bio. Erano quasi 4 nel 2021. Come accennato, a preoccupare gli operatori del settore sono anche i segnali che arrivano da Paesi oltre confine come la Germania e la Francia che mostrano una battuta di arresto e con i quali intratteniamo importanti scambi commerciali in termini di produzioni biologiche. 

Tornando al mercato interno questo è generato per il 61,9% nelle Regioni del Nord del Paese mentre nel Mezzogiorno le vendite restano a livelli inferiori (11,8% nel 2022).  I consumatori preferiscono acquistare bio soprattutto nella Distribuzione moderna (Super e Ipermercati) sebbene i negozi specializzati rappresentino un canale rilevante, con il 22,9% del valore delle vendite. Ovunque in crescita è l'offerta di prodotti biologici presso i Discount, di fatto l'unico canale a veder aumentare le vendite (+4,0% sul 2021).

Le opportunità per il biologico italiano

Il biologico è un comparto che beneficia di importanti risorse afferenti principalmente a strumenti delle politiche agricole ma anche a fondi nazionali specifici previsti dalla Legge n. 23 del 2022. Dal corretto utilizzo di questo portafoglio dipenderà la competitività del biologico. A tal proposito le attese degli operatori sono riservate al Piano di azione nazionale per l'agricoltura biologica, ormai ai blocchi di partenza, al quale spetterà il compito di coordinare in maniera organica i diversi strumenti a disposizione, indirizzandoli laddove si evidenziano le maggiori necessità e evitando un'eccessiva, quanto inefficace, frammentazione. In questo frangente gli ambiti che necessitano supporto sono il sostegno ai consumi e il rafforzamento dell'aggregazione lungo la filiera indirizzata soprattutto all'aumento dei volumi delle produzioni. Da non dimenticare la sfida dell'innovazione tecnologica, tanto più indispensabile nel bio per migliorare rese e qualità, ridurre i costi di produzione e contrastare i danni arrecati alle produzioni dalle frequenti e violente avversità climatiche.

Il rapporto completo

Fonte: Pianeta PSR

 

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