Data inizio
12 Mar 2021
News

Mentre l’Assemblea Generale dell’ONU proclama il 2021 “Anno Internazionale della frutta e della verdura”, in Italia calano i consumi a volume di ortofrutta. Segno evidente che è fondamentale mettere in campo azioni di sensibilizzazione per ribadire l’importanza della frutta e della verdura per l’alimentazione umana, per la sicurezza alimentare, per la salute e per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli italiani sono più attenti alla salute, ma “impauriti” dalla pandemia hanno prediletto cibi confezionati o a peso imposto. Non hanno però rinunciato a ricercare gli attributi che sempre più rappresentano garanzia di qualità e sicurezza e che il biologico interpreta. Lo rileva NOMISMA pubblicando le ultime analisi di F&V Organic Monitor – il progetto curato da Nomisma e promosso da Assobio – che ha l’obiettivo di:

  • mappare le reali dimensioni delle vendite di ortofrutta in Italia, estendendo il monitoraggio al peso variabile per quanto riguarda la distribuzione moderna e alla away from home (ristorazione commerciale e collettiva);
  • individuare il reale ruolo del biologico sul totale delle vendite in Italia;
  • identificare il peso dei diversi canali di vendita (estendendo l’analisi anche all’on line);
  • valutare l’andamento delle vendite per categorie e varietà.

Oltre ad un’analisi dei consumi di ortofrutta pre-covid, del ruolo della distribuzione moderna nelle vendite di ortofrutta e di come si sia comportato il consumatore durante il lock-down, il documento Nomisma analizza il ruolo del bio nell’ortofrutta, da sempre la categoria elettiva del consumatore interessato al bio a cui afferisce il maggior giro d’affari del segmento: 208 milioni di euro le vendite a peso imposto realizzate nella distribuzione moderna nel 2020 secondo Nielsen – divisi quasi perfettamente a metà tra frutta (48%) e verdura (52%) – con un balzo del +8% rispetto all’anno precedente. Crescita quasi doppia rispetto all’intero paniere bio (+4,5 a valore rispetto al 2019).

Nel canale libero servizio piccolo (LSP) la performance dell’ortofrutta biologica nell’anno del COVID è stata addirittura superiore a quella della categoria nel suo complesso– dove le vendite a valore di frutta e verdura bio sono cresciute del +9% (a fronte del +6% del totale della categoria ortofrutta) e nei discount (+28% contro il +13% del totale frutta e verdura su questo canale). Ma ci sono ulteriori potenzialità di mercato visto il crescente interesse del consumatore, le vendite bio sul totale dell’ortofrutta pesano ancora solo il 4,6% sul totale (5,6% nella categoria frutta e 3,9% nella verdura).

Verdura iv gamma, pomodori e carote sono le categorie più importanti in termini di fatturato bio nel comparto verdura (questi tre prodotti pesano complessivamente il 56% sul totale verdura bio in gdo), mentre per quanto riguarda le frutta, limoni, banane e mele la fanno da padroni (62% sul totale frutta bio).

Guardando alle categorie – sopra a 1 milione di euro – su cui è più forte l’incidenza del bio: il 44% delle vendite di banane, il 17% dei limoni, il 9% dei kiwi e l’8% delle pere sono a marchio bio. Nel comparto verdura, i prodotti per cui la quota di bio sulle vendite è più rilevante sono: aglio (10% è bio), finocchi (16%) e zucchine (24%).

Il documento completo si può scaricare QUI

Fonte: Nomisma