Data inizio
22 Dic 2015
Rassegna stampa

 Se tutte le superfici agricole mondiali fossero coltivate con metodi bio, secondo uno studio di Andreas Gattinger, direttore del FiBL,  le emissioni di CO2 del settore primario calerebbero del 23% in Europa e del 36% negli Usa. Il lavoro di Gattinger ha esaminato 74 studi effettuati in tutto il mondo, comparando gli effetti sui terreni agricoli delle coltivazioni tradizionali e di quelle biologiche, che fissano nel terreno quantità di carbonio significativamente superiori e quindi contribuiscono in modo decisivo a frenare il riscaldamento globale. E’ stato calcolato inoltre che ciò contribuirebbe a circa il 13% della riduzione complessiva di emissioni necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici fissati dalla comunità internazionale per il 2030. Anche la ricerca italiana ha dato il suo contributo con lo studio Enviromental impact of different agricoltural management practices, pubblicato dal team dell’Università di Padova guidato da Maurizio Paoletti. Secondo lo studio, i terreni gestiti con metodo bio hanno maggior capacità di trattenere acqua e “sequestrare” CO2, con conseguente miglior rendimento in condizioni climatiche caratterizzate da scarsità di precipitazioni.

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Fonte:  Agricoltura News