Semina su sodo, minima lavorazione e aratura, un confronto lungo 7 anni con il progetto DICO-SOS

L’agricoltura conservativa o rigenerativa sta dimostrando di avere un ruolo positivo nel contrasto ai cambiamenti climatici, grazie a un’impronta carbonica inferiore a quella delle tecniche agronomiche convenzionali. Merito principalmente del minore numero di lavorazioni e della conseguente riduzione degli input energetici come il carburante. Inoltre, il minore disturbo del suolo favorisce il miglioramento dei terreni e della loro biodiversità.

"Superare il dogma dell’uniformità in campo richiede un cambiamento sociale, economico, tecnico e culturale che avrà vincitori e vinti. Non c’è tempo da perdere", di Riccardo Bocci

Mi è capitato sottomano un articolo di Le Scienze del 1987 dal titolo “La monocoltura”, in cui si legge che uniformità colturale e monocolture (la successione della stessa specie, anno dopo anno, nello stesso campo) sono uno degli effetti della modernizzazione agricola che ha permesso la crescita di produttività, grazie al supporto della chimica di sintesi. La specializzazione colturale ha permesso l’aumento delle superfici aziendali e scollegato definitivamente allevamento e agricoltura.

“Coltivare la resilienza: l’agricoltura rigenerativa per affrontare il cambiamento climatico e la crisi idrica”: un corso in novembre di AIAB Veneto

AIAB Veneto organizza un corso gratuito per imprenditori agricoli (titolari, coadiuvanti, partecipi familiari e salariati agricoli) intitolato “Agricoltura organica e rigenerativa - Coltivare la resilienza: l’agricoltura rigenerativa per affrontare il cambiamento climatico e la crisi idrica”. Il corso si svolgerà giovedì 9, 16, 23 e martedì 28 novembre 2023 dalle 9:00 alle 16:00 presso l’Agriturismo Papaveri e Papere in via Caltana 1/b a Santa Maria di Sala (VE).

La bioagricoltura, scienza dell’umanesimo. Intervista ad Alessandro Piccolo, di Valentina Gentile

Su Agricolturabio.info un’interessante intervista al professor Alessandro Piccolo, professore di Chimica agraria ed ecologia presso l’università Federico II di Napoli, studioso e ricercatore, tra i massimi esperti mondiali di scienze del suolo, con un interesse particolare verso l’humus. In febbraio sarebbe dovuto intervenire al convegno dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica per un intervento sulla natura e la bioattività della sostanza organica umificata.