Data inizio
08 Giu 2023
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Secondo la dottoressa Jennifer Tucker, l'alto funzionario dell'USDA che sovrintende al National Organic Program, l'idroponica nel biologico è considerata "una questione risolta". In altre parole, è consentita.

Tuttavia, una parte significativa della comunità biologica statunitense non è d'accordo e continua a sostenere che l'autorizzazione dell'idroponica rappresenta una violazione grave dell'Organic Foods Production Act del 1990 e una minaccia esistenziale per l'intero movimento. Diversi importanti organismi di certificazione  biologici (ad oggi 10, più 72 associazioni)  hanno così redatto e sottoscritto una dichiarazione in cui si indica che l'agricoltura biologica è basata sul suolo: un principio fondamentale alla base della certificazione delle colture biologiche. Si tratta di una presa di posizione diretta contro l'USDA, l'agenzia che ha il potere di privarli della capacità di essere certificatori biologici ufficiali, cosa che li metterebbe fuori mercato.

Nella dichiarazione si afferma tra l’altro che "l'idroponica e l'aeroponica non possono essere classificate come metodi di coltivazione biologici certificati”: per i firmatari è in gioco l’anima del biologico, e il National Organic Program dell'USDA si sbaglia e deve decidere se vuole essere rilevante o irrilevante.

Come ratificato dal Congresso, la sezione 6513 b-1 dell'Organic Foods Production Act del 1990 afferma che: “An organic plan shall contain provisions designed to foster soil fertility, primarily through the management of the organic content of the soil through proper tillage, crop rotation, and manuring”. Non occorre una laurea in legge per capire che coltivare le piante in un secchio d'acqua di plastica non ha assolutamente nulla a che fare con la fertilità del suolo. È necessaria solo un'onestà intellettuale.

Quindi, se la legge è così chiara, come mai questo metodo di coltivazione è riuscito a fare breccia nell'industria biologica? Le lobby aziendali negli ultimi decenni hanno esercitato un'enorme pressione sul National Organic Standard Board per avere l’idroponica nel biologico, affermando che è necessario utilizzare questa tecnologia di coltivazione per soddisfare la crescente domanda del mercato bio. Ma questo non giustifica in alcun modo la sua inclusione nella produzione biologica, in quanto è in netto contrasto con quanto stabilito dalla legge.

Per Sam Welsch, presidente di OneCert, la cui agenzia di certificazione si è vista notificare un'accusa di non conformità da parte dell'USDA per essersi rifiutata di certificare come biologiche le colture idroponiche, questo problema parla dell'anima e dell'essenza del movimento bio."La maggior parte delle persone si avvicina al biologico perché vuole evitare di consumare pesticidi tossici, e il motivo per cui l'agricoltura biologica può evitare l'uso di queste sostanze chimiche è che le colture sono coltivate in un terreno sano. La gestione organica del suolo è ciò che crea piante sane. Quindi, se eliminiamo il suolo dall'equazione, neghiamo tutto ciò che il biologico rappresenta. 'Idroponica biologica' è un vero e proprio ossimoro", ha dichiarato.

Mentre l'USDA continua nel suo tentativo di persuadere gli oppositori dell'idroponica a lasciar perdere la battaglia, dovrebbe ascoltare le parole del suo leader, il segretario Tom Vilsack, che molti anni fa, quando dirigeva l'agenzia sotto il presidente Obama, disse che il termine "biologico" deve essere puro. Non si può permettere che la definizione venga erosa fino a perdere di significato.

Fonte: Organic insider