Data inizio
15 Mag 2018
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Conservare e riprodurre le sementi di piante e fiori selvatici locali: è l'obiettivo del gruppo di lavoro coordinato dal centro di sperimentazione Laimburg e composto da ricercatori  del centro stesso, e da colleghi dell'associazione Bioland, di Eurac e del Museo provinciale degli usi e costumi di Villa Ottone.

Il progetto prevede diverse fasi: in un primo momento si concentrerà sui settori della frutticoltura e della viticoltura, con l'obiettivo di aumentare la biodiversità e il numero di piante utili all'uomo. Le parti dove crescono i fiori selvatici accanto alle coltivazioni vere e proprie sono utili per accrescere ulteriormente la biodiversità. La seconda parte del progetto si concentrerà sullo sviluppo di incroci adattati alle caratteristiche climatiche e territoriali locali.

Nell’ambito progettuale si sottolinea quale sia il rischio  dell’utilizzo di piante non autoctone:  il proliferare di specie che non sono adattate alle condizioni ambientali locali e che talora entrano anche in concorrenza con le specie locali, arrivando a modificare l'ecosistema e a minacciare le specie autoctone. Le conseguenze di questo processo possono avere influenze negative su alcuni organismi come gli insetti che raccolgono il nettare o quelli impollinatori, che sono invece adattati alla flora locale. In Paesi come la Germania l'utilizzo di piante autoctone è una consuetudine radicata, volta proprio al rafforzamento della biodiversità locale. Esistono due categorie di sementi di piante selvatiche: la prima è caratterizzata da una riproduzione su ampia scala, l'altra si può isolare direttamente attraverso la raccolta sul campo. La riproduzione di singole specie che si riproducono in grandi quantità, come alcune specie di trifoglio, sono importanti per gli agricoltori del settore biologico e per le aree verdi. La maggioranza delle sementi utilizzate in Alto Adige ricade in questa categoria.

Fonte: Provincia di Bolzano

Luogo
Alto-Adige