Data inizio
05 Ago 2022
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Il Trentino è fra le province italiane con una maggiore incidenza della superficie a vite per uva da vino coltivata con metodo biologico (13,3%). Nel 2021 ha raggiunto i 1368 ettari con un ulteriore incremento di 66 ettari rispetto al 2020 delle superfici certificate biologiche e in conversione.
Difesa e sostenibilità in viticoltura biologica sono stati i temi approfonditi alla Fondazione Edmund Mach nell'ambito del tradizionale incontro annuale dove sono state presentate le prove sperimentali in corso a San Michele e realizzato in collaborazione con il Centro di sperimentazione di Laimburg.

In apertura Claudio Ioriatti, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico FEM, ha evidenziato che il consumo di vino biologico a livello mondiale è più che raddoppiato negli ultimi 10 anni e rappresenta ora il 3,5% del consumo totale. Tale evoluzione è stata sorretta da una costante espansione della superficie destinata alla viticoltura biologica che nel 2019 (ultimi dati disponibili) valeva poco meno di 470 mila ettari, di cui circa 400 mila in Europa (11,4% della superficie vitata), continente nel quale Italia, Francia e Spagna si contendono il primato con circa 100 mila ettari a testa.
L'incontro ha visto intervenire tecnologi e tecnici sui controlli e sulla situazione fitosanitaria nelle aziende biologiche del Trentino, sui dosaggi di rame con i risultati del progetto Intaviebio, sull'impronta ambientale in viticoltura con i sistemi a confronto. Si è parlato anche di gestione sostenibile degli agroecosistemi con il caso studio in un’azienda biologica del Garda, e della difesa da peronospora, dell’oidio con un focus specifico sul rame.

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Fonte: Fondazione Edmund Mach