Con quasi 2,8 milioni di ettari coltivati a biologico, pari al 10% della superficie agricola francese, nel 2021 la Francia era al primo posto nell'Unione europea (Ue), davanti a Spagna, Italia, Germania, Austria e Svezia. Nell'Ue-27, la superficie dedicata all'agricoltura biologica era di 9,4 milioni di ettari nel 2012 e saliva a 15,6 milioni di ettari nel 2021, con un aumento del 66%, in gran parte guidato dalla Francia.

Allo stesso tempo, il numero di aziende agricole biologiche in Francia è passato da 23.100 nel 2011 a 58.400 nel 2021 (pari al 13% di tutte le aziende agricole). Questo aumento è ancora più notevole se si considera che si è verificato in un contesto di riduzione del 2,3% annuo del numero totale di aziende agricole francesi tra il 2010 e il 2020.

Tuttavia, negli ultimi mesi lo sviluppo dell'agricoltura biologica si è arrestato. I segnali di questo rallentamento, iniziato nel 2020 o anche un po' prima per alcuni prodotti, sono molteplici: squilibrio tra domanda e offerta, con conseguente riclassificazione dei prodotti biologici in convenzionali; chiusura di negozi specializzati; de-certificazione o de-conversione dei produttori, ecc. La percentuale di consumatori abituali di alimenti biologici è diminuita del 16% tra la fine del 2021 e la fine del 2022, e la percentuale di persone che non hanno consumato prodotti biologici nell'arco di un anno ha raggiunto il 17% nel 2022 - il doppio rispetto al 2021.

Il fenomeno è destinato a continuare e il periodo di inflazione non aiuta, anche se i prezzi dei prodotti biologici non aumentano tanto quanto i loro sostituti convenzionali.

L’articolo elenca poi altri elementi che hanno contribuito, all’avviso di chi scrive, a creare questa situazione: la giungla delle etichette, l’inflazione ed il reddito familiare, nuovi criteri d’acquisto, un sostegno pubblico in ritardo, il prezzo non sempre giusto dei prodotti ed altri elementi che sarà possibile trovare leggendo l’articolo, in lingua francese, QUI 

Fonte: The Conversation