Data inizio
07 Feb 2023
News

In occasione della seconda Festa del Bio, tenutasi a Milano il 4 febbraio, è stato presentato il nuovo quaderno di Cambia La Terra: “Allevamenti. Sostenibile non basta: il modello è quello del bio", un testo che definisce lo stato degli allevamenti in Italia e che fa proposte innovative affinché ci sia un nuovo metodo produttivo per la zootecnia.  
Il Quaderno, redatto con i contributi di tutte le Associazioni di Cambia la Terra, ISDE Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, Slow Food e WWF, fa il punto sull’impatto degli allevamenti in Italia e pone degli obiettivi concreti.

Il primo passo da fare rimane senza dubbio la scelta dell’allevamento biologico. Secondo Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio, “bisogna passare da un modello intensivo a uno basato sul biologico e sull’agroecologia” per raggiungere gli obiettivi definiti dalle strategie europee Farm to Fork e Biodiversità: da qui al 2030 il settore agricoltura e allevamento deve dimezzare l’uso di pesticidi chimici e di antibiotici e raggiungere l’obiettivo del 25% di superficie agricola coltivata a biologico.  In questa svolta, il punto più critico è l’allevamento, perché è il comparto che pone il problema maggiore sia per l’inquinamento che per la salute. “Aver separato agricoltura e allevamento - spiega Maria Grazia Mammuccini - ha trasformato il letame da risorsa in problema creando da una parte inquinamento delle acque e del suolo e dall’altra carenza di nutrienti per il terreno. Per questo è fondamentale passare ad un approccio integrato, fornito dai metodi biologici e biodinamici da sempre basati sulla circolarità dei nutrienti”.

Non c’è solo l'inquinamento delle acque. L’agricoltura è la principale fonte di emissioni di ammoniaca, a causa della zootecnia e del trattamento dei relativi effluenti e, in misura minore, dell’uso di fertilizzanti. L’Italia è il quarto Paese emettitore di ammoniaca dopo Francia, Germania e Spagna, le emissioni stimate nel 2020 ammontano a 363.000 tonnellate. Ma l’ammoniaca non impatta solo sulla qualità dell’acqua, ma anche sull’inquinamento dell’aria: l’ammoniaca è tra i responsabili della formazione di polveri sottili e ormai - secondo i dati riportati nel Quaderno - in Pianura Padana il loro contributo è pari a quello prodotto dal traffico stradale. 

Da tempo il settore del bio ha avviato un percorso affinché ci sia un cambio di passo anche negli allevamenti biologici. Per questo ha deciso di puntare su un’interpretazione avanzata del regolamento europeo sul biologico, definendo lo “Standard High Welfare”, un modello di allevamento che tenga conto del benessere degli animali, ma anche della conservazione della biodiversità, della valorizzazione delle razze locali e degli allevamenti di piccola scala, importanti per la rivitalizzazione dei territori interni. 

Certo, le istituzioni e le politiche non hanno ancora assunto la svolta necessaria. Nel Piano Strategico nazionale della PAC i fondi stanziati andranno in massima parte alla riduzione degli antibiotici, ma gli allevamenti biologici non ne fanno uso e quindi non li potranno ‘ridurre’.

Quello che emerge dal Quaderno è un approccio in linea con le strategie europee del Green Deal e che avvia un nuovo percorso virtuoso per quanto riguarda l’allevamento di animali. Un tipo di allevamento che - secondo le associazioni di Cambia La Terra - deve essere indicato in modo chiaro in etichetta, affinché i cittadini abbiano la possibilità di fare delle scelte in modo consapevole. 

Il Quaderno si può scaricare QUI

Fonte: Cambia la Terra